“TASSA” AIRBnB : L’Antitrust suggerisce cautela
L’articolo 4 del Dl 50/2017, in vigore dal 1 giugno 2017, prevede l’introduzione di una cedolare secca al 21% sugli affitti di appartamenti e strutture extralberghiere (per periodi inferiori ai 30 giorni) gestiti da intermediari immobiliari, portali on line come Booking e Airbnb compresi.
L’ Agenzia delle Entrate riceverà i dati relativi la tassa tramite gli intermediari immobiliari, portali online o agenzie tradizionali attive nel mercato degli affitti turistici, i quali agiscono da sostituti d’imposta, e trattengono una ritenuta del 21% sui canoni delle locazioni.
L’intenzione del legislatore è quella di contrastare, in tal modo, l’evasione fiscale, ed infatti l’Antitrust, come si legge nella segnalazione fatta pervenire ai presidenti di Camera e Senato,al ministero dell’Economia e all’ Agenzia delle Entrate, “premette di essere pienamente consapevole che l’intervento del legislatore mira a realizzare un interesse pubblico di natura fiscale e a contrastare il fenomeno dell’evasione. Tuttavia l’introduzione dei suddetti obblighi non appare proporzionata rispetto al perseguimento di tali finalità, che potrebbero essere perseguite altrettanto efficacemente con strumenti che non diano al contempo luogo a possibili distorsioni concorrenziali nell’ambito interessato”.
Ed ancora rileva l’Autorità “l’articolo 4 della legge 96/2017 rappresenta un unicum nell’ambito del panorama europeo. la norma rischia di scoraggiare, di fatto, l’offerta di forme di pagamento digitale da parte di piattaforme che hanno semplificato e al contempo incentivato le transazioni online, contribuendo a una generale crescita del sistema economico”.
Una possibile soluzione sarebbe quella di rivedere la normativa prevedendo “misure meno onerose per i soggetti coinvolti”.