TASSA RIFIUTI – LA CLASSIFICA DELLE CITTA’ PIU’ CARE VEDE NAPOLI AL SECONDO POSTO DOPO CAGLIARI
La Tassa sui rifiuti, tristemente nota come TARI, è una delle tre
componenti della Iuc (Imposta Unica Comunale), che sostituisce le vecchie
Tares, Tarsu e Tia. Questo tributo serve a pagare il servizio di igiene
urbana. Dovrebbero essere applicati parametri omogenei in tutti i comuni per determinarne l’ammontare, ma purtroppo non è così, perché è il singolo Comune a deliberare in merito alle tariffe del servizio. Ciò significa che possono
esserci differenze molto consistenti da città a città, e non solo in base ai componenti del
nucleo familiare o della tipologia di utenza, domestica e non domestica
Cagliari è la città che detiene il triste primato della Tari più
cara d’Italia, con ben 450 euro
in media a famiglia. Ma subito al secondo posto troviamo Napoli, con 436 euro in media. Seguono Reggio Calabria,
con 431 euro, Venezia, 334 euro, Milano, 331 euro, Genova, 330 euro, Roma, 318
euro e Bari, 308 euro. I meno cari
d’Italia sono Ascoli Piceno con 160
euro in media a famiglia, poi Isernia e Belluno (161 euro), Novara e Vibo Valentia (167 euro).
A peggiorare questa situazione la notizia che il blocco dei tributi locali, previsto nella Legge di Stabilità 2016,
non interesserà la Tari, che quest’anno potrà subire dunque ulteriori aumenti.
«La variabilità degli importi relativi a questo tributo – commenta il presidente di NOI CONSUMATORI, avvocato Angelo Pisani – crea di fatto una disparità all’interno della popolazione italiana. Non è possibile lasciare all’arbitrio delle amministrazioni comunali la scelta di alcuni parametri da adottare per determinare gli importi perché così – conclude il presidente Pisani – di fatto si viola il principio dell’uguaglianza tributaria e perfino il dettato della Costituzione sull’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Anche quella tributaria».