Tassa rifiuti, nuovo aumento. Pisani “Uniamoci in protesta se vogliamo salvaguardare i nostri diritti”
Una nuova ondata di aumenti per lo smaltimento dei rifiuti per i cittadini napoletani.
È quanto si prospetta in base a dati certi resi noti negli ultimi giorni. “Si prevede un rincaro che tocca quasi i cinquanta milioni di euro che dovranno ‘uscire’ dalle tasche dei cittadini napoletani”.
È quanto affermato
dall’avvocato Angelo Pisani, Presidente Nazionale dell’associazione Noi
Consumatori.it. “I dati parlano chiaro. Il costo della tassa sui rifiuti è dato dalla somma dei seguenti fattori: il costo dello smaltimento dei rifiuti che aumenterà da euro 88 per tonnellata ad euro 104; il costo della raccolta e del trasporto per i quali si
spendono attualmente a Napoli 144 milioni all’anno; il costo degli
stipendi da pagare ai lavoratori dei consorzi di bacino. Insomma tutte voci che saranno i cittadini a dover pagare, a meno che… non decidiamo tutti insieme di unirci e protestare contro questi aumenti della tassa sui rifiuti – ha asserito Pisani -. Dopo quello che la città di Napoli ha dovuto subire negli ultimi anni, tra ‘monnezza’, topi, scarafaggi, puzze di ogni tipo, mala pubblicità in tutto il mondo, adesso ci tocca pagare una tassa sui rifiuti già rincarata negli ultimi tempi? Due sono le cose: o continuiamo a non fare niente e continuiamo a farci scivolare tutto addosso, continuando così a calpestare i nostri stessi diritti e darla vinta ai ‘potenti’, oppure decidiamo quanto meno di protestare, di unirci e lottare affinché siaportata avanti la nostra causa. A voi la scelta. Ma badate bene: se decideremo di lottare insieme, la battaglia sarà dura e dovremo scendere in piazza a protestare e dedicare tempo alla causa comune. Non basta lamentarci e parlare, per poi tornare a casa a svolgere tranquillamente le nostre faccende. Dobbiamo unirci e agire se vogliamo far valere i nostri diritti calpestati” – ha concluso Pisani -.
Per conoscenza riportiamo un articolo preso da “Il Mattino” che spiega in maniera chiara la situazione:
Tariffe
di smaltimento differenziate per i Comuni della Provincia di Napoli: le
rilancia l’assessore Giuseppe Caliendo accogliendo una delle proposte
dell’Anci, ma il presidente dell’associazione dei Comuni campani, Nino Daniele,
si dice pronto a ricorrere al Tar se le tabelle arriveranno prima del varo del
piano industriale della società provinciale, la Sapna. Una situazione complessa
e incerta che dovrebbe chiarirsi nel corso della prossima settimana: «Stiamo
studiando la possibilità di varare tariffe differenziate per premiare i Comuni
virtuosi – dice Caliendo – La Sapna la prossima settimana comunicherà alla
Provincia la cifra, o le cifre, da pagare per lo smaltimento e noi, a nostra
volta, informeremo i Comuni». Poi ci potrebbe essere un incontro con l’Anci.
L’associazione, però, contesta il metodo che si sta seguendo: «Per definire in
maniera seria i costi bisogna fare prima un piano industriale – dice Daniele –
come si fa a definire delle tariffe se non sono chiari gli elementi che
concorrono a determinarle? Se non sarà seguito un metodo corretto noi
ricorreremo al tribunale amministrativo». Nell’incontro tenuto alla vigilia
delle elezioni la Sapna aveva ipotizzato una tariffa di 140 euro alla quale era
arrivata sommando una serie di costi. La base di partenza è la cifra base per
lo smaltimento indicata dalla struttura di Bertolaso: 90 euro a tonnellata. A
questi si è sommato 1,67 euro per le spese della nuova società (la Sapna), 5
per gli oneri finanziari (per il primo anno la Provincia dovrebbe ricorrere
alle banche perché ancora non ha incassato la Tarsu), 15 per la società alla
quale bisognerà affidare la riscossione della tasse e 25 per rientrare da
un’evasione ipotizzata del 20 per cento. Ma, secondo l’amministratore unico
della società, Corrado Catenacci, i numeri sono già stati rivisti e
ridimensionati. Tanto che il prefetto prevede «aumenti contenuti». I conti
definitivi arriveranno la prossima settimana, ma si ipotizza un costo di 104
euro a tonnellata che dovrebbe essere comunicata ai Comuni (che dovranno
inserirla in bilancio) ben prima del varo del piano industriale che, secondo il
decreto firmato dal presidente Cesaro il 17 marzo, dovrà essere completato
entro novanta giorni. Spiega Caliendo: «Se aspettassimo il piano resteremmo
ingessati in una situazione che ha già caratterizzato gli ultimi venti anni. Per
fare un progetto serio bisogna varare prima un piano regionale dei rifiuti che
comprenda anche il ciclo di smaltimento degli speciali e quello delle bonifiche
che finora, bisogna ricordarlo, non sono partite». Attualmente l’umido finisce
in Sicilia, i fanghi in Puglia o in Toscana e il percolato a Lamezia Terme. Le polemiche, quindi, non
mancano: è certo, però, che la Tarsu per i cittadini napoletani sia destinata a
lievitare. In che misura lo vedremo nei prossimi giorni. Ma è già possibile fare qualche conto. Attualmente
lo smaltimento costa circa 88 euro per ogni tonnellata. Ogni anno Napoli porta
negli impianti 450 mila tonnellate di spazzatura spendendo circa 39 milioni. Se
lo smaltimento lievitasse a 104 euro (l’ultima cifra ipotizzata dalla Sapna) servirebbero
quasi 47 milioni. Se invece trovasse un qualche riscontro l’ipotesi dei 140
euro a tonnellata si arriverebbe a 63 milioni. Una valanga di soldi ai quali
bisognerebbe aggiungere i costi della raccolta e del trasporto per i quali si
spendono attualmente a Napoli altri 144 milioni all’anno. Per non parlare degli
stipendi da pagare ai lavoratori dei consorzi di bacino che saranno addossati
alla società provinciale a partire dal varo del piano industriale o al massimo
dal prossimo anno. E allora bisognerà mettere in bilancio almeno un’ altra
quarantina di milioni. Nella migliore delle ipotesi (quella dello smaltimento a
104 euro) saranno quasi cinquanta i milioni da ricaricare sulla Tarsu dei
napoletani.
sentenza desidero ricevere una copa della sentenza relativa al ricorso vinto dall’avv. pisani contro il comune di napoli. grazie infinite