Tasse: ogni napoletano pagherà 60 euro in più
La pressione tributaria in un anno è aumentata di 60 euro, ci sono i
debiti fuori bilancio e una criticità di cassa che impone una severa
riflessione. Al punto che il Comune riesce a pagare i propri creditori
solo dopo 24 mesi, ovvero due anni. Tanto per capire di cosa si sta
parlando, la fornitura di carta o di penne acquisita ad aprile 2009
verrà liquidata da Palazzo San Giacomo solo ad aprile 2011. Con
ripercussioni negative sull’economia cittadina di non indifferente
portata. Tutto questo e molto altro è contenuto nella relazione dei
Revisori dei conti che hanno sì dato semaforo verde al bilancio
previsionale del 2009 firmato dall’assessore Riccardo Realfonzo, ma con
molte riserve. Parere positivo ma non privo di numerosi cartellini
gialli ed «eccezioni di giudizio». Vale a dire che se dal punto di
vista finanziario è stato centrato l’obiettivo dell’equilibrio e del
rispetto del patto di stabilità, da quello concreto sono emerse molte
problematiche. Perché il Comune non paga subito i creditori? Ci sono
problemi di cassa, di soldi cash. I numeri parlano chiaro: nel 2007 la
disponibilità era pari a 214 milioni, nel 2008 a 132. Si sono
volatilizzati più di 80 milioni. Ecco cosa scrivono i revisori al
riguardo: «Come si può osservare facilmente la disponibilità di cassa è
drasticamente peggiorata nell’ultimo anno. La circostanza ha comportato
un allungamento notevole dei tempi di pagamento, in particolare per
quel che riguarda i pagamenti dei cosiddetti ”servizi non
indispensabili”, giunti a circa 24 mesi di ritardo. La liquidità
rappresenta uno degli indicatori principali dello stato di salute di un
ente e il dato desta la più viva preoccupazione del Collegio. Sulla
tematica si esprime eccezione di giudizio». I servizi «non
indispensabili», giova ricordarlo, sono tutti quelli che non rientrano
alla voce «spese del personale». I Revisori ancora più chiaramente,
rispetto alla parte corrente del bilancio, scrivono: «Le entrate non
soddisfano le spese». Il Patto di stabilità non è stato sforato, ma il
trend preoccupa per «la mancanza di controllo di gestione». In perfetta
continuità con i sette bilanci firmati dall’ex assessore Enrico
Cardillo, Realfonzo accumula la bellezza di 18 milioni di euro di
debiti fuori bilancio nei primi quattro mesi dell’anno, ben
sottolineati dai Revisori negli «oneri straordinari di gestione». Un
trend che a fine 2009 potrebbe portare a circa 54 milioni di debiti
fuori bilancio. Che si vanno ad aggiungere agli oltre 100 milioni che
gravano sul bilancio consuntivo del 2008 ancora da licenziare. In più,
rispetto al passato che ha visto Cardillo protagonista, c’è l’aggravio
del maxiaumento della Tarsu varato da Realfonzo. Prima dell’aumento un
appartamento di centro metri costava a ogni napoletano 246 euro, ora
394. Al di là della Tarsu la pressione fiscale rispetto al 2008
nell’anno in corso aumenterà di 59,73 euro. L’anno scorso ogni
napoletano pagava 386,41 all’anno di tasse, ora ne pagherà 446,14.
Critico anche l’onere straordinario di 3,6 milioni di euro per
«sanzioni amministrative per inadempimenti in materia di sorveglianza
sanitaria e di prevenzione e protezione del Decreto legge 81 del 2008»,
ovvero in materia di sicurezza sul lavoro. Dati che sono al vaglio di
un centrosinistra la cui maggioranza è risicatissima e divisa su tutto.
Maggioranza che si compone di 32 consiglieri comunali, sono solo questi
i voti teorici su cui può contare il sindaco Rosa Russo Iervolino. Il
minimo legale per non andare sotto in aula, dove si approderà domani, è
di 31. Carmine Simeone del Pd ha già fatto sapere, tuttavia, che questo
bilancio non è disposto a votarlo.