Tatuaggi a rischio: allarme Ue Inchiesta sui colori cancerogeni
TORINO (17 dicembre) – Rischio tatuaggi
tossici o cancerogeni. L’allarme – rispetto ad una moda sempre più
diffusa soprattutto tra i giovani – arriva da Torino, dove il Pm
Raffaele Guariniello ha aperto un’indagine sui colori usati per i
tatuaggi, sulla scia di una risoluzione del Consiglio Europeo. Già
sequestrati alcuni lotti di colori in cui è stata rilevata la presenza
di sostanze vietate per ora trovate nel rosso, giallo e arancione. E
che l’allarme non sia da sottovalutare lo conferma anche l’Associazione
italiana tatuatori (Atir): in Italia, avverte il presidente Giuseppe
Serra, «mancano norme precise e stringenti». Insomma, una sorta di
far-west, mettono in guardia gli stessi professionisti, che mette a
rischio la salute dei giovani a causa del proliferare di ‘tatuatori
senza scrupolì. Per questo l’Atir sollecità l’esame di un ddl
presentato da qualche mese al Senato e che prevede, appunto, regole
precise per il settore. A partire da sanzioni pecuniarie e dal divieto
del ‘tatuaggio ambulantè in fiere o manifestazioni.
COLORI CANCEROGENI
Il pm di Torino, Raffaele Guariniello, ha aperto un’indagine sulla scia
della risoluzione del Consiglio Europeo che indica la necessità di
controllare i materiali usati dai tatuatori e il livello igienico di
queste pratiche che possono anche veicolare infezioni e virus, compresi
epatite e Hiv. Sono già state sequestrati dei lotti di colori, che sono
risultati contenere sostanze a rischio, in particolare delle ammine
aromatiche vietate dalla legge. Sostanze per ora rinvenute solo nel
rosso, nei giallo e nell’arancione. È stata anche rintracciato il
distributore dei colori poi sequestrati, una ditta italiana pugliese,
la Yakuza Ink, di San Ferdinando di Puglia, l’unica ditta italiana che
produce tali colori e che però risulta fornita di tutte le licenze
necessarie.
LEGGE E LINEE GUIDA POCO APPLICATE
Il problema, afferma Serra, è che «ci sono molti tatuatori poco seri e,
al contempo, manca una regolamentazione e mancano anche controlli
sistematici da parte delle autorità sanitarie». Attualmente, infatti,
il settore è regolato solo, spiega, da linee guida del ministero della
Salute, che risultano però «poco applicate»: «Ormai da circa dieci anni
– sottolinea Serra – abbiamo delle regole per il tatuaggio fissate
dalle linee guida del ministero della Salute, ma soltanto cinque-sei
regioni le hanno finora recepite. Solo Campania, Lazio, Puglia,
Lombardia, Veneto e Toscana hanno infatti adottato le norme di
sicurezza, che riguardano in primo luogo l’obbligo a utilizzare aghi
usa-e-getta e coperture monouso». Per questo l’Atir sollecita la
discussione del ddl presentato in commissione sanità al Senato dal
senatore Antonio Tommassini e che prevede, appunto, «controlli
rigorosi, multe elevate per chi operi senza i requisiti professionali
necessari, tabelle dettagliate per gli inchiostri autorizzati ed anche
il divieto di effettuare tatuaggi ‘itinerantì, ovvero in fiere e
manifestazioni».
I CONSIGLI DEGLI ESPERTI
No ai tatuaggi a casa e a quelli di chi lavora on-the-road; rivolgersi
a studi specializzati; chiedere di vedere gli aghi, che devono essere
usa-e-getta, e verificare che le superfici siano protette da coperture
monouso. Va infatti considerato, avverte Serra, «che potrebbero esserci
in commercio inchiostri di provenienza estera e non controllati.
Diffidare dunque – è il consiglio – di novità troppo ‘estrosè, e per
questo sospette, come i tatuaggi a colori fluorescenti».
TATUAGGI, PIERCING E RISCHI
Circa il 20% dei giovani italiani, afferma Serra sulla base di recenti
stime, ha un tatuaggio o un piercing, ma solo il 2% è a conoscenza dei
possibili rischi. Inoltre, il 10% di coloro che ha fatto un tatuaggio o
un piercing dichiara di aver avuto problemi legati ad allergie o
infezioni.