Taxi, protesta e appello a De Magistris «Bisogna cambiare le tariffe tra strade pattumiera e caro-benzina»
È rivolta nel mondo dei tassisti: ai problemi di sempre legati alla mancanza di turisti per via della crisi dell’immondizia e alle difficoltà di circolazione in una città caotica e senza regole sulla strada, si aggiungono gli aumenti di assicurazioni e carburante che rischiano di mettere in ginocchio una intera categoria.
«Non è un modo di dire – dice serio Salvatore Gaudino, decano dei tassisti napoletani – io ho paura che prima o poi qualcuno farà una sciocchezza…».
Dal giorno dell’insediamento di De Magistris, i tassisti hanno chiesto un incontro al sindaco. All’inizio hanno atteso con pazienza che mettesse in moto la macchina dell’organizzazione amministrativa, adesso, però, scalpitano: «Non fraintendete, non stiamo qui a minacciare manifestazioni di piazza o scioperi totali – spiega Gennaro Franco della Cisal – il nostro è un appello accorato alla nuova amministrazione: ascoltateci, abbiamo problemi che solo insieme possiamo risolvere».
La prima questione che vorrebbero mettere sul tavolo è l’adeguamento dei prezzi delle corse perché l’ultimo risale a sei anni fa «ma nel frattempo tutto è aumentato a dismisura – dice veemente Gaudino – soprattutto polizze assicurative e carburante.
Così noi paghiamo di più per fare il nostro mestiere, ma incassiamo sempre le stesse cifre». Attualmente per prendere il taxi si pagano 3 euro come «inizio corsa» e la corsa minima è di 4,50 euro.
Per ogni settanta metri percorsi il tassametro conta cinque centesimi, altrettanti per ogni dieci secondi di sosta. La chiamata via radio viene valutata un euro, poi ci sono i costi aeroportuali che sono leggermente più alti mentre le corse ai confini dell’area metropolitana prevedono l’aumento di un euro mentre quelle fuori comune si pagano il doppio.
«Ma qui non dobbiamo fare il conto della lavandaia – si inalbera Salvatore Gaudino – noi vorremmo fare un discorso più complessivo. Ci piacerebbe che qualcuno ci aiutasse a contrattare con le assicurazioni, ad esempio, o che venissero ascoltate le nostre proposte sulla mobilità in città. Se si trovano alternative possiamo anche soprassedere agli aumenti».
Anche se l’ipotesi è la richiesta di una crescita media del 20-30% sugli attuali valori.
Però i tassisti insistono: non vogliono che la loro richiesta di incontro con il sindaco e la loro battaglia annunciata venga ridotta semplicemente a una questione di soldi: «Sono anni che nessuno ascolta la voce della nostra categoria – dice con moderazione Gennaro Franco – ci piacerebbe trovare interlocutori disposti a sentire quel che abbiamo da dire e pronti a condividere i nostri problemi, soprattutto quelli legati alla viabilità.