Telecom: dal 1° luglio tariffa meno cara da fisso a mobile: -16%
Dall’1
° luglio costerà di meno chiamare un cellulare da un telefono
fisso. Telecom Italia, attraverso un annuncio a pagamento comparso già
ieri sui quotidiani, ha reso noto un robusto taglio dei prezzi
sull’asse fisso-mobile. Fino al 16% per le famiglie e fino al 15% per
le imprese. Continua così, secondo il meccanismo del «price cap», il
progressivo decalage dei prezzi da fisso a mobile partito nel 2003. La
manovra tariffaria, che risente anche della flessione dei costi di
terminazione (vale a dire la parte di tariffa che spetta all’operatore
verso la cui rete è diretta la chiamata), ha già avuto sforbiciate
consistenti: dal 2003 le tariffe al minuto verso Tim sono diminuite del
56,8% in fascia intera e del 49,9% in fascia ridotta; quelle verso
Vodafone rispettivamente del 53,4% e del 55,1%; verso Wind del 55,8% e
del 45,7%; e verso H3G del 37,3% e del 51,9%.
Ma vediamo in dettaglio
la nuova riduzione. Le famiglie. Rimane invariato lo scatto alla
risposta (7,87 centesimi) ma scendono i prezzi per ogni minuto di
conversazione. In particolare, per telefonare a un cliente Tim il
prezzo passa da 15,36 a 13,36 centesimi al minuto in fascia intera (dal
lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18,30), e da 8,92 a 7,76 centesimi in
fascia ridotta (dalle 18,30 alle 8 dei giorni feriali e sabato,
domenica e festivi). Per chiamare un telefonino Vodafone saranno
sufficienti 13,86 centesimi, contro i precedenti 15,95, in fascia
intera e 7,92 centesimi (da 9,11) in quella ridotta. La telefonata
verso Wind costerà invece rispettivamente 15,61 centesimi al minuto
(dai precedenti 16,86) e 9,08 centesimi (da 9,65). Lo «sconto» più
rilevante sarà quello relativo alle chiamate a cellulari H3G, che
scendono da 22,01 a 18,52 centesimi al minuto in fascia intera (-15,9%)
e da 12,78 a 10,84 in quella ridotta (-15,2%). Le imprese. Risparmi in
vista, come detto, anche per le chiamate da fisso a mobile effettuate
dalle aziende. Nel dettaglio, le telefonate verso Tim scendono da 11,68
a 10,14 centesimi al minuto (-13,2%), quelle verso Vodafone da 11,78 a
10,26 centesimi (-12,9%), quelle verso Wind da 12,65 a 11,64 (-8%) e
quelle verso H3G da 17,17 a 14,63 (-14,8%). Anche in questo caso lo
scatto alla risposta resta invariato a 7,87 centesimi. Se il costo
delle chiamate diminuisce, resta snervante il tentativo dell’utente di
lasciare un gestore di telefonia fissa per abbonarsi ad un altro.
Nei
giorni scorsi è stata la Commissione Ue a ribadirlo, puntualizzando che
in Italia occorrono non meno di 15 giorni per completare l’operazione,
conservando il numero originario, contro i 7,5 giorni della media Ue.
Inevitabile l’intervento dell’Autorità per le tlc che ha aperto
un’istruttoria. Se ne occuperà la Direzione reti e servizi di
comunicazione elettronica, insieme a quella che si occupa della tutela
dei consumatori. Lo scopo del procedimento, spiega l’Agcom, «è
l’aggiornamento di alcuni aspetti delle vigenti procedure di passaggio
dei clienti tra operatori di rete fissa alla luce delle esperienze
acquisite nel corso della fase di avvio delle procedure di migrazione e
delle segnalazioni pervenute, in particolare dagli utenti finali, sulle
attuali inefficienze e sui possibili miglioramenti».