Tempo di ribassi e i consumatori corrono a comprare metalli preziosi e gioielli
Che i prezzi delle materie prime stiano attraversando un momento di ridimensionamento, lo hanno capito anche i piccoli consumatori. L’oro, dopo una corsa di 12 anni, ha visto le quotazioni scendere dai 1.675 dollari l’oncia di fine dicembre 2012 ai circa 1.450 dollari attuali, dopo aver toccato i minimi ad aprile. Dire se il trend al ribasso continuerà o se si assisterà a un rimbalzo nel secondo semestre dell’anno è difficile, e nell’incertezza dell’attesa in molti si sono precipitati nelle gioiellerie a cogliere l’attimo.
In Cina, uno dei mercati più interessanti per il mercato del metallo giallo, gioielli, lingotti e monete sono andate letteralmente a ruba. Secondo i dati della Chinese gold & silver exchange society della città di Hong Kong, tra il 29 aprile e il 2 maggio sono stati venduti almeno trenta tonnellate d’oro. Da inizio anno ad oggi poche materie prime hanno visto un andamento migliore. Tolto il petrolio (+4,5%) e il gas naturale (+18%), tutti i principali metalli hanno registrato segni meno: argento -21%, alluminio -8%, rame – 6,5%, platino -2%, palladio -1,3%. Dello stesso tenore, le materie agricole: zucchero – 10%, mais e frumento -9%, soia e caffè sono rimaste intorno alla parità. Si salva solo il cotone con un rialzo tra gennaio e maggio del 15%.
E fare soldi con un mercato al ribasso delle materie prime, è difficile anche per i professionisti del settore, considerando che anche due guru come Warren Buffett e John Paulson sono su posizioni diametralmente opposte. Quanto all’oro, per esempio, Buffett ha sentenziato che non lo comprerebbe nemmeno se scendesse a 800 dollari. John Paulson, invece, titolare dell’omonimo hedge fund diventato famoso per aver venduto prima della crisi i mutui subprime, continua a professare la sua fede nel metallo giallo.
Fonte: www.repubblica.it