Esame di terza media si va verso il restyling. Non da giugno, perché cambiare in corsa non sarebbe possibile ad anno scolastico così avanzato. Ma nel 2012 potrebbero scattare nuove regole. Ci stanno lavorando al ministero dell’Istruzione che già nel 2009, nel regolamento sulla valutazione degli alunni, aveva indicato l’esame di quell’anno come l’ultimo da sostenere con le vecchie modalità. Poi, però, di acqua sotto i ponti ne è passata: a viale Trastevere si sono dovuti occupare di molti altri temi. Ma ora la questione sta tornando all’ordine del giorno e emergono anticipazioni su come potrebbe essere il nuovo esame di terza media.
Con ogni probabilità, guardando anche a modelli stranieri, il test Invalsi sarà potenziato con l’assorbimento anche della prova di lingua inglese che non sarà più lasciata in mano ai professori: la preparerà l’Istituto di valutazione. In pratica in futuro dovrebbe rimanere come scritto interno (predisposto dai docenti di ciascuna scuola) solo il tema di italiano. Mentre matematica e la lingua straniera dovrebbero essere ambedue assorbite nel test nazionale Invalsi dove si manterrà anche l’italiano. «Questo perché – spiega Max Bruschi, consulente del ministro Gelmini, che si è occupato della valutazione degli alunni e che sta seguendo la partita dell’esame del primo ciclo – il tema consente di verificare le capacità espressive in italiano, mentre il test Invalsi si concentra sulla grammatica e sulla capacità di lettura e comprensione del testo». Insomma, le prove diventerebbero queste: tema preparato dai professori e test Invalsi su più materie. Sempre secondo Bruschi ci potrebbe poi essere una eventuale terza prova demandata alle scuole, un po’ come si fa alla maturità, per sondare quelle specificità che si coltivano in alcuni indirizzi. Per esempio c’è chi fa musica, chi approfondisce alcune materie, si può pensare anche a prove tecniche. L’obiettivo, comunque, è “asciugare”. Al contrario di quanto si è fatto nell’ultimo decennio, durante il quale l’esame si è “ingrassato” a discapito degli alunni, tanto che ormai lo chiamano la mini-maturità. Oggi le prove scritte sono cinque: italiano, matematica, due lingue e il test Invalsi in cui si fa il bis di italiano e matematica. Da undici anni si è in attesa di una ridefinizione dell’esame. «Ormai è giunto il tempo di metterci mano – conferma Bruschi – anche in concomitanza con la revisione delle indicazioni nazionali (i programmi, ndr) del primo ciclo di istruzione». Quel che è certo è che questo giugno rimarrà tutto come prima. «Non si può partire ora con nuove regole – rassicura il consulente ministeriale – non c’è il tempo». Anche nelle scuole si sente la necessità del cambiamento. «L’esame negli anni è diventato troppo pesante – fa notare il preside romano Massimo La Rocca, che dirige sia la scuola media Settembrini che l’istituto comprensivo Regina Margherita -. Ormai si fanno tantissime prove e anche all’orale si portano tutte le materie. Nemmeno la maturità, in proporzione, è così pesante».