Tiburtina alla prova pendolari: solo 5′ di ritardo, ma si viaggia in piedi
«Finalmente si viaggia meglio, ma non basta: qui non c’è posto per tutti». E’ ancora buio quando i pendolari di Tivoli arrivano alla stazione. Le sei della mattina sono passate da qualche minuto. La banchina numero 1 – direzione Roma – si riempie di gente infagottata. Facce assonnate che si spostano nella prima aria pungente dell’autunno: fuori dal bar dove qualcuno entra di fretta per il caffè, la colonnina di mercurio è ancorata attorno ai 6 gradi.
Se non altro da stamane – lunedì 10 ottobre – il tragitto verso la Capitale, almeno in teoria, dovrebbe essere un po’ meno tribolato del solito. Sul tabellone delle partenze spicca infatti la novità attesa con ansia dai 22 mila viaggiatori che ogni giorno si muovono sulla ferrovia regionale Fr2: finalmente riapre lo scalo di Roma Tiburtina, chiuso dopo l’incendio del 24 luglio su cui sta ancora indagando la Procura. Trenitalia ha annunciato la riattivazione di due binari. Non si scende più a Roma Prenestina e si torna al vecchio orario. E chissà se ai vecchi problemi. Ovvero: carrozze sempre piene. Corse che saltano. Aria condizionata fuori uso d’estate. E spifferi gelidi d’inverno.
ODISSEA CONCLUSA – «Partiamo e speriamo bene», dice Franco, 23 anni pendolare da quattro. Non si fanno troppe illusioni lavoratori e studenti che ogni mattina raggiungono la Capitale sui vagoni della Fr2. L’unica cosa che per ora i pendolari si attendono davvero è che si concluda la faticosa odissea che per sessanta giorni li ha obbligati a prolungare il percorso sino a Roma Prenestina. E da qui prendere bus o tram per arrivare in ufficio o all’Univeristà. In media, circa cinquanta minuti in più di viaggio. Adesso però i tempi di percorrenza dovrebbero tornare gli stessi di prima dell’incendio, tanto che l’Atac ha già annunciato la soppressione del servizio sostitutivo delle navette. Unico problema pesante, a parte il freddo, è il sovraffollamento. Da Lunghezza in poi, i posti diventano introvabili e molti pendolari restano in piedi: «E’ sempre così – dice un ragazzo rumeno che fa il barbiere nei pressi della stazione Termini – se va bene riesco a sedermi una volta al mese».
Di prima mattina, dentro la sala d’aspetto della stazione di Tivoli sono piuttosto pessimisti. Ecco la previsione di Francesca, prima di salire sul regionale delle 6 e 38: «Il treno si fermerà a tutte le stazioni. E ci metterà almeno un quarto d’ora in più».
UTENZA ESASPERATA – Intanto quei cinquanta minuti di sonno tolti per due mesi alle già pesanti levatacce quotidiane sono stati oggetto di polemica. Interrogazioni parlamentari, class action avviate delle associazioni consumatori contro Trenitalia, infuocati scambi di accuse in Campidoglio e alla Regione tra maggioranza e opposizione. Il tutto in un clima che da tempo vede i pendolari esasperati per le giornaliere inefficenze che affliggono le ferrovie regionali. Ladispoli, Civitavecchia, Monterotondo, da maggio non si contano le proteste, anche clamorose, che hanno visto gli utenti bloccare i binari, sfidando le denunce penali di Trenitalia.
RESTANO I PROBLEMI DI SEMPRE – L’incendio alla stazione Tiburtina (scalo che entro dicembre sarà completamente rinnovato, per diventare il crocevia dal traffico ad alta velocità che passa per Roma) ha appesantito una situazione che sulla Fr2 (la Tivoli-Roma) era già grave. Ritardi, treni soppressi senza preavviso. Soste incomprensibili tra una stazione e l’altra. Disagi che paiono riproporsi tali e quali anche lunedì 10. Alle 6 e 11 l’altoparlante della stazione di Tivoli gracchia delle scuse ai passeggeri che attendono il treno infreddoliti: «Il convoglio arriverà con 10 minuti di ritardo», dice una voce maschile.
ROTTA PER TIBURTINA ALLE 7.38 – Ed ecco che parte il convoglio per Roma Tiburtina delle 7 e 38. A Roma Tiburtina, l’arrivo è previsto un’ora dopo, quaranta chilometri scanditi da 11 fermate. Si sale. Nei vagoni non c’è riscaldamento e i viaggiatori si imbacuccano con zuccotti e sciarpe per ripararsi dal freddo. C’è chi riesce anche a sonnecchiare nonostante gli spifferi che sembrano aghi. Qualche universitario più diligente già apre il libro. Altre studentesse parlano delle sessioni d’esame imminenti. Si ripetono nel frattempo un paio di soste che non trovano spiegazione. A Guidonia il treno sta fermo 5 minuti abbondanti.
RAGGIUNGERE LE PORTE – Il treno si riempie, da Guidonia in avanti solo posti in piedi: «Non è solo un problema di chi sale dopo. Da Tor Sapienza in poi non si riesce neppure a raggiungere le porte per scendere: se non mi alzassi due fermate prima, resterei bloccata sul treno», racconta un’impiegata.
Si arriva finalmente a Roma Tiburtina. Il binario 2 Est è nuovo di zecca. E il treno, per qualche incomprensibile alchimia ferroviaria, ha totalizzato «solo» 5 minuti di ritardo, recuperando in extremis. E «sorpassando» in qualche modo quello che lo precedeva sulla linea Tivoli-Termini, arrivato 20 minuti dopo l’orario previsto.
DAL 2 EST AL METRO’: 6,38 MINUTI – Sulla bacheca Facebook dei pendolari della Fr2 qualcuno ha già cronometrato il tempo che ci si mette a raggiungere l’ingresso della metro B partendo dal 2 Est, giudicato un binario «troppo stretto»: il risultato, andando a passo svelto in mezzo alla calca, è di 6 minuti e 38. C’è chi ironizza: «Dallo schieramento di forze dell’ordine all’arrivo del treno, pareva evidente che si aspettassero tafferugli o qualcosa del genere, con l’aria di chi l’ha fatta grossa e spera di farla franca…».
SARA’ DEMOLITO FABBRICATO BRUCIATO – E mentre la Regione Lazio parla di«incremento sulla Fr2 del 5 % rispetto all’offerta che già esisteva», l’amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana Michele Mario Elia annuncia per la «prossima settimana la demolizione di parte del fabbricato della stazione Tiburtina coinvolto dall’incendio. Quell’area – ha aggiunto – sarà poi coinvolta da lavori di ristrutturazione».