TLC. Roaming: ancora fumata nera a Bruxelles, rischio rinvio
Negoziati tra Europarlamento, Commissione e Consiglio Ue fino a lunedì, altrimenti addio ai tagli prima dell’estate. La Commissione europea è “ottimista”. |
BRUXELLES. Sembrava fatta e invece parecchie incertezze circolano nei corridoi dell’Ue sull’effettiva possibilità che il Regolamento della Commissione europea sulla riduzione delle tariffe di roaming possa entrare in vigore prima dell’estate. Fino a qualche giorno fa si dava infatti per certo che il Parlamento avrebbe votato durante la mini-Plenaria del 9 e 10 maggio a Bruxelles sulla proposta di Regolamento della Commissione ma i negoziati in corso tra i rappresentanti del Parlamento europeo, della Commissione e della presidenza tedesca dell’Ue (il cosiddetto ”trilogo”) si sono arenati, facendo allontanare sempre di più l’ipotesi di un calo delle tariffe prima dell’estate. E’ più probabile che il voto avvenga nel corso della sessione tra il 21 e il 24 maggio a Strasburgo. Ciò lascerebbe teoricamente lo spazio affinché i governi nazionali approvino il piano nel corso del consiglio Tlc del 7 giugno, ma qualunque eventuale slittamento farebbe saltare il progetto. Sono tre i punti su cui si sta giocando la partita e intono ai quali le tre istituzioni devono trovare una posizione comune Il primo tasto dolente riguarda la modalità di adesione alla tariffa di protezione del consumatore. Commissione e Parlamento spingono infatti affinché venga offerta automaticamente all’utente la tariffa “di protezione del consumatore”, con i price cap fissati dal regolamento europeo che scattano d’ufficio e con la possibilità di scegliere se invece optare per qualche altra formula tariffaria offerta da un operatore, se ritenuta più conveniente (meccanismo di ‘opt out’). I Ministri delle Tlc dei Ventisette invece chiedono che la tariffa di protezione del consumatore sia applicata esclusivamente a quegli utenti che ne fatto esplicita richiesta. Nonostante la tendenza generale verso un consenso rapido sul regolamento delle tariffe di roaming, la Commissaria Ue ai Media Viviane Reding insiste perché quest’ultimo aspetto sia oggetto di ulteriori riflessioni. La penetrazione di telefoni cellulari nell’Ue è attualmente del 103%, motivo per cui non sarebbero in molti a trarre beneficio nel caso in cui il regolamento valesse solo per i nuovi clienti o per gli utenti esperti che potrebbero manifestare esigenze particolari. L’altro tasto dolente riguarda i costi. Il Parlamento spinge perché il costo di una chiamata telefonica attiva in roaming nell’Ue non superi i 40 centesimi di euro al minuto, mentre il costo di una comunicazione passiva (le chiamate ricevute quando si è all’estero) dovrà restare al di sotto dei 15 centesimi di euro, più iva in entrambi i casi.. La Commissione europea aveva proposto tariffe massime pari a 49 centesimi per le chiamate ‘attive’ in roaming verso un Paese estero, 33 centesimi per le chiamate ‘locali’ (ovvero nello stesso Paese estero in cui ci si trova) e 16 centesimi per le chiamate ricevute, sempre in roaming. I governi dei Ventisette raccomandano invece limiti più elevati, rispettivamente 60 e 30 centesimi di euro. Infine, manca anche un accordo sugli sviluppi delle tariffe negli anni successivi. Si continuerà comunque a lavorare oggi e, se necessario, anche nel week end. Se un accordo dovesse essere raggiunto, allora, dopo il voto del Parlamento, il regolamento sulla riduzione del roaming potrebbe vedere la luce nel prossimo consiglio di Lussemburgo del 7 giugno, per entrare in vigore già dal mese di luglio. Ancora da decidersi comunque se e quanto tempo gli operatori avranno a disposizione per adeguarsi ai price cap. Se un’intesa non sarà raggiunta entro l’inizio della prossima settimana – in tempo utile per il voto del Parlamento previsto per giovedì 10 maggio, il voto potrebbe slittare al 21 maggio,e l’adozione del Regolamento potrebbe slittare di alcuni mesi, sicuramente dopo l’estate. Con grande soddisfazione dei gestori che, nonostante dichiarino di aver autonomamente abbassato le tariffe del roaming (mentre in realtà hanno giocato con scatti alla risposta e tariffazione a scatti di 30 o più secondi), addebitano costi che secondo lo stesso Parlamento europeo sono quattro o cinque volte superiori al costo industriale. Il portavoce del commissario Ue ai Media Viviane Reding, si è detto oggi ottimista” sulle chance di un accordo a livello europeo. “L’impressione – ha aggiunto- è che le posizioni delle due parti ossia il Parlamento europeo e il Consiglio si stiano avvicinando e la Commissione è ottimista”. |