Torino, morto a 7 mesi dopo ricovero ospedaliero
Un bimbo di 7 mesi è morto nella notte dopo essere stato dimesso dall’ospedale di Chivasso, in provincia di Torino. Il piccolo aveva la febbre e i genitori, allarmati, lo avevano portato al pronto soccorso. I sanitari lo avevano dimesso dopo averlo curato e avergli prescritto una terapia. Ma il piccolo era peggiorato, e tre ore dopo, ieri sera, i genitori si erano ripresentati in ospedale. Il piccolo è morto nella notte. Il decesso è stato constatato all’ospedale Regina Margherita di Torino, dove il neonato era stato trasferito a mezzanotte. L’ospedale di Chivasso rende noto con un comunicato stampa che quando è arrivato “il piccolo presentava febbre e una lieve sintomatologia faringea”. “E’ stato visitato dal medico pediatra presente in turno – spiega la nota dell’Asl 4 – che ha riscontrato nulla di particolarmente significativo: il quadro clinico era verosimilmente compatibile con le numerose patologie respiratorie stagionali attualmente frequenti. In via precauzionale è stata consigliata una terapia antibiotica e antipiretica ed è stato quindi disposto il rientro a domicilio”. “Sono in corso gli accertamenti post mortem – specifica la nota – gli unici in grado di definire le cause del decesso, verosimilmente riconducibili a una sepsi infettiva. Questa patologia ha una bassa incidenza, ma una elevatissima mortalità, con sintomi e segni subdoli e aspecifici all’esordio e uno sviluppo di malattia rapidissimo”.
“Il pediatra che ha visitato il bimbo al momento del primo accesso al pronto soccorso – spiega il dottor Alberto Bonomi, direttore vicario del dipartimento materno infantile – è un medico di notevole esperienza, che ha seguito i comportamenti che normalmente si mettono in atto in presenza di un lattante con febbre”. “Siamo particolarmente colpiti dal dramma che ha interessato la famiglia del piccolo – aggiunge il direttore generale Flavio Boraso – anche perché di fronte alla morte improvvisa di un bimbo non possiamo che restare attoniti e profondamente addolorati”. “Attendiamo gli esiti degli esami ed eventuali altri risvolti successivi per comprendere meglio noi stessi cosa sia accaduto”. “In ogni caso – conclude – ci siamo immediatamente attivati avviando un’indagine conoscitiva interna. Credo che sia oggi più che mai importante agire con correttezza e trasparenza per fugare il dubbio tra i familiari già colpiti da questo gravissimo lutto che da parte dei professionisti non sia stato fatto il massimo per assistere adeguatamente il loro figlio”.
Fonte: www.lapresse.it