Transparency International, l’Italia al 67°posto
L’Italia scende ancora nella classifica di Transparency International (Ti) sulla percezione della corruzione nella pubblica amministrazione, che quest’anno la vede al 67° posto a livello mondiale con 3,9 punti, dopo il Ruanda (66° posto, 4 punti) e solo un gradino sopra
Rispetto al 2009, quando era al 63° posto con 4,3 punti, l’Italia perde così quattro posizioni. In testa alla graduatoria, presentata oggi a Berlino, ci sono – a pari merito – Danimarca, Nuova Zelanda e Singapore, tutte con 9,3 punti, seguite da Finlandia e Svezia (9,2 punti ciascuna) e dal Canada (8,9 punti). L’indice di Ti misura la percezione della corruzione che manager, imprenditori, uomini d’affari e analisti politici si fanno di un determinato Paese soprattutto sulla base di notizie dei media.
Il punteggio dell’Italia «non sorprende più di tanto – ha commentato in un comunicato la sezione italiana di Transparency International -, in considerazione di dodici mesi passati caratterizzati dal riemergere di fatti corruttivi, o sospettati tali, a vari livelli di governo (locale, regionale, nazionale) e che ha visto coinvolti sia funzionari che esponenti politici di ogni schieramento».