Trapianti, sì ai “samaritani”. Da oggi è possibile donare organi agli sconosciuti
ROMA
Ad autorizzarli il Consiglio superiore di sanità, che ha però specificato anche una serie di limitazioni.
Prima regola: l’anonimato assoluto. Donatore e ricevente non
«Per i primi dieci casi la donazione samaritana deve rientrare in un programma nazionale», ha
(25 maggio) – Le chiamano donazioni samaritane, perché chi offre il
proprio organo (di solito un rene) non conosce la persona a cui sarà
trapiantato. E se decide di farsi avanti, è soltanto per generosità. Da
oggi in Italia questo tipo di trapianti è possibile.
Perchè è vero che il movente del samaritano dovrebbe essere soltanto
quello di aiutare il prossimo, senza ricevere nulla in cambio, ma è
anche vero che, in assenza di controlli, questo tipo di donazioni
potrebbero trasformarsi in un mercato degli organi. E’ anche per questo
che la donazione samaritana sarà presa in considerazione soltanto
quando impossibile il trapianto da cadavere o da consanguinei.
dovranno nè incontrarsi nè sapere il nome dell’altro. Seconda regola: i
“samaritani” saranno schedati in un registro e sottoposti a visite
mediche periodiche per evitare che possano trasmettere malattie. Chi
vuole donare un organo dovrà inoltre superare una perizia psicologica e
psichiatrica e accettare in anticipo tutti i rischi che l’espianto
potrebbe provocare alla sua salute.
spiegato il ministro della Salute Ferruccio Fazio. A gestire il tutto
sarà il Centro Nazionale Trapianti, che dovrà tenere conto della
provenienza regionale dei donatori.