Trasporti in tilt, il Nord si paralizza
Dal punto di vista ufficiale, ieri i trasporti erano in ripresa dopo il
delirio da nevicata. I treni ricominciavano a muoversi, gli aerei sono
tornati a decollare e atterrare, le strade sono spazzate. In via
ufficiale. Nella realtà, le gelate di ieri mattina hanno paralizzato la
stazione centrale di Milano, accalcata di migliaia di viaggiatori
esasperati in attesa del treno, dove è partita anche una rissa con
tanto di sganassoni degni di un film di Bud Spencer e Terence Hill.
All’aeroporto milanese di Linate è follia. Prima, la beffa degli
spazzaneve mobilitati dalla Sea: lunedì la neve era stata accumulata
nel luogo più assurdo per un aeroporto, a ridosso delle luci pista,
nascondendole; gli aerei nel “finale” della discesa non vedevano
l’aeroporto; l’Enac ha dovuto chiudere la pista 36 per qualche ora.
Poi, ieri, la pazzìa delle code. Centinaia di viaggiatori sono stati
abbandonati a loro stessi nell’aeroporto senza informazioni tranne
quelle sporadiche di qualche addetto di buona volontà, finché è dovuta
intervenire l’Enac che ha spedito a Milano il direttore generale,
Alessio Quaranta, e ha diffuso comunicati periodici ai viaggiatori sui
voli. Le partenze vengono rinviate di giorni, ma le compagnie aeree
assicurano che terranno salvi i biglietti.
Aerei a terra
I mancati arrivi da altri aeroporti hanno spezzato la catena di
decolli e atterraggi. A Linate scarseggia il liquido sghiacciante. La
Sea ha mobilitato 800 persone e 350 mezzi per spazzare neve e ghiaccio
accumulati ai bordi di piazzole e raccordi. A Verona e alla Malpensa un
centinaio di passeggeri moldavi aspettano da lunedì i voli Meridiana
per Chisinau, annunciati e annullati molte volte; stamane (forse)
riusciranno a partire.
Ferrovie al gelo
Drammatico l’esempio dell’intercity che sarebbe dovuto partire
ieri mattina da Milano Centrale per Lecce: è partito con 5 ore e 40
minuti di ritardo in mezzo a una folla esasperata; c’è stata anche una
zuffa. Il comune di Milano ha chiesto alla protezione civile di portare
generi di conforto ai viaggiatori. Secondo le Ferrovie, ritardi e
cancellazioni dei convogli sono «la scelta concordata con le
istituzioni e la Protezione civile di non sospendere la circolazione,
come invece avvenuto all’estero, e di far viaggiare comunque il maggior
numero di treni possibile, seppur con ritardi talvolta anche
consistenti, ha permesso di mantenere i collegamenti fra le città in un
periodo di pre-festività natalizie caratterizzato da intensi flussi di
mobilità».
Nei fatti ieri mattina in Alta Italia «l’eccezionale
abbassamento della temperatura» ha determinato «l’improvvisa formazione
sulla linea elettrica di spessi manicotti di ghiaccio che hanno
impedito ai pantografi di captare l’energia e, nei casi più gravi,
hanno provocato la caduta della linea aerea». Le locomotive diesel sono
impazzite per ricuperare i treni rimasti senza corrente in mezzo alla
campagna.
Inferocito con Rete ferroviaria italiana il presidente
della Lombardia, Roberto Formigoni: «È inaccettabile che Rfi abbia
deciso, senza consultarci preventivamente, di bloccare la circolazione
dei treni in Lombardia».
Biglietti rimborsati (forse)
Per le 7mila persone che dal 19 dicembre hanno rinunciato al
viaggio prenotato, le Fs hanno deciso in via straordinaria il rimborso
integrale del biglietto senza trattenute. Per gli indennizzi sui
ritardi, non previsti per causa maltempo, Trenitalia sta valutando
«altre forme di attenzione e di compensazione». Protestano le
associazioni dei consumatori Adiconsum e Codacons.
I macchinisti si scusano
I macchinisti ferrovieri si scusano con i viaggiatori, sebbene
anch’essi essi siano vittime dei ritardi. Sulla loro rivista «In
marcia!» affermano di essere orgogliosi di lavorare per le Fs, ma «la
pubblicità non basta a far marciare i treni, sicuri, puliti e in
orario». Ci sono battaglioni di amministratori delegati, manager e
dirigenti «che hanno rinunciato al loro ruolo di iniziativa e controllo
e che hanno scelto la strada più semplice: obbedire sempre, in
silenzio, anche di fronte a scelte oggettivamente sbagliate e dannose.
Vogliamo chiedere pubblicamente scusa, a nome di tutti i ferrovieri».
Allagamenti e acqua alta
Le previsioni meteo hanno messo in allarme la protezione civile e
le regioni: i fiumi sono in piena e tra oggi e domani potrebbero
esserci allagamenti. Già ieri in Emilia è stato chiuso un ponte
sull’Enza e il Reno ha rotto gli argini a Borgo Panigale, in Toscana
sono straripati il Serchio e la Magra. A Riva Ligure (Imperia) un uomo
di 34 anni è stato ucciso da un torrente in piena davanti agli occhi
terrorizzati del figlio di 5 anni. A Venezia l’acqua alta ha raggiunto
i 143 centimetri.
Cronaca del freddo
Ecografie sospese all’ospedale di Varese perché un tubo si è
spaccato per il gelo e si è allagato un reparto. Un altro tubo
dell’acqua crepato dal ghiaccio ha allagato il Museo egizio di Torino,
per fortuna senza danni ai preziosi reperti. Il ministro delle
Politiche agricole, Luca Zaia, ha aperto un fondo per i danni subiti
dagli agricoltori veneti (si sono indispettiti quelli del Mezzogiorno).