TRASPORTO AEREO. Parlamento Ue: nuovi aeroporti contro ritardi e canacellazioni
La globalizzazione e la rapida crescita economica si tradurranno, per l’Unione europea, in un aumento medio della domanda di voli (traffico senza vincoli aeroportuali) di almeno il 4,3% all’anno, e molto probabilmente del 5,2% l’anno. Entro il 2025, ciò comporterà una crescita della domanda di voli 2,5 volte superiore a quella del 2003 e, tenuto conto di tutti i nuovi investimenti, più di 60 aeroporti non saranno in grado di gestire la domanda oraria di traffico normale senza incorrere in ritardi o cancellazioni di voli per capacità insufficiente (rimarrebbe così insoddisfatta una domanda di 3,7 milioni di voli l’anno). E’ quanto nota il Parlamento che, approvando la relazione di Anne JENSEN (ALDE/ADLE, DK), chiede alla Commissione di riferirgli, prima del 2009, su un Piano generale per il potenziamento delle capacità aeroportuali in Europa.
Il ruolo degli aeroporti regionaliIl Parlamento invita poi gli Stati membri e le autorità regionali e locali ad assicurare che gli aeroporti figurino nei piani di riassetto territoriale delle regioni e siano tenuti in considerazione nelle strategie di sviluppo regionale. Ricordando inoltre che l’ampliamento e la costruzione di nuovi scali devono essere sottoposti ad una valutazione dell’impatto territoriale, sottolinea l’importanza economica degli aeroporti per la creazione di nuova occupazione, «in particolare a livello regionale». I gestori degli aeroporti europei, le compagnie di volo e i servizi di manutenzione e di ristorazione, infatti, «sono in grado di creare un numero considerevole di posti di lavoro».I deputati ritengono che l’aumento delle capacità aeroportuali «non sarà possibile senza un’efficace e intensa collaborazione tra le autorità degli aeroporti e le competenti amministrazioni regionali e locali». Auspicano inoltre che gli aeroporti “di pianificazione del territorio” delle regioni intercluse, periferiche o ultraperiferiche «possano continuare a beneficiare di aiuti statali proporzionati alle loro missioni d’interesse generale». Mentre le compagnie aeree dovrebbero fornire garanzie adeguate sull’ammortamento delle attrezzature aeroportuali che esse esigono dai gestori aeroportuali per non metterli in difficoltà in caso di ritiro imprevisto.Sistema di slot più chiaro e fondato sul mercatoL’aumento del traffico aereo, per i deputati, richiederà una più completa attuazione del quadro giuridico applicabile ai trasporti aerei. Chiedono quindi alla Commissione di verificare la piena attuazione del regolamento (n. 95/93) relativo a norme comuni per l’assegnazione di bande orarie negli aeroporti della Comunità, e di fornire maggiori orientamenti e chiarimenti sul testo. Insistono in particolare sull’esigenza di assicurare un migliore coordinamento e collegamento tra l’assegnazione delle bande orarie dei servizi di Gestione dei flussi del traffico aereo (ATFM) e le bande orarie degli aeroporti.Il Parlamento ricorda poi l’esigenza di introdurre meccanismi basati sul mercato nella procedura per l’assegnazione delle bande orarie, «allo scopo di giungere ad un uso ottimale delle limitate capacità aeroportuali». Prende atto, tuttavia, che il ricorso a siffatti meccanismi «non contrasterebbe le carenze infrastrutturali», dato che non sarebbe creata una banda supplementare unica. Ritiene inoltre che la coerenza tra le bande orarie degli aeroporti e le bande ATFM comporti vantaggi molto limitati e «non risolverà il problema delle capacità, che esisterà sempre».Chiarire le norme sugli appalti dei servizi di assistenza a terraIl Parlamento invita la Commissione a pubblicare orientamenti dettagliati o, se del caso, a presentare nuove proposte per chiarire le regole per le gare d’appalto relative ai servizi di assistenza a terra. Dovrebbe però effettuare una nuova analisi sull’impatto dell’applicazione delle norme UE vigenti, sui benefici e/o svantaggi finali per gli utenti, i dipendenti e i passeggeri, prima di presentare qualsiasi proposta che porterebbe ad un’ulteriore liberalizzazione. D’altra parte, i deputati raccomandano che qualsiasi nuovo tentativo di modificare la direttiva si concentri innanzitutto sulla qualità dei servizi di assistenza a terra e sulla qualità occupazionale. Occorre quindi esaminare la possibilità di stabilire standard minimi di qualità e sociali, disciplinare il ricorso al subappalto, stabilire chiaramente a quali condizioni un aeroporto può fornire servizi di assistenza a terra, considerare che il numero minimo di prestatori di servizi autorizzati negli aeroporti (attualmente 2) andrebbe rivisto, introdurre una procedura di licenze a livello di Stati membri, assicurare che i prestatori garantiscano un adeguato livello di formazione e protezione sociale dei loro dipendenti e garantire un adeguato livello di sicurezza a tutti gli utenti, passeggeri e cargo.