Trecento euro al mese e liste d’attesa Il nido è diventato un lusso per pochi
ROMA
Circa 297 euro al mese che, considerando 10 mesi di frequenza,
portano la spesa annua a 3.000 euro. Tanto costa in media in Italia
mandare il proprio figlio all’asilo nido comunale. Ma la “geografia”
incide molto sulla cifra: a Lecco, ad esempio, la spesa per la retta
mensile è di 572 euro, più che tripla rispetto a Cosenza (110) o Roma
(146) e più che doppia rispetto a Milano (232). E ancora, in Liguria la
retta più economica, registrata a Savona (279 mese per il tempo pieno)
supera la più cara in Umbria (271 euro a Perugia, sempre per il tempo
pieno).
A fare questa ricognizione sugli asili nido comunali
in Italia è un’indagine di Cittadinanzattiva dalla quale si evince come
dal 2006 a oggi la situazione non sia particolarmente cambiata: il dato
di fondo resta sempre l’enorme scarto esistente tra le esigenze delle
famiglie e la reale possibilità di soddisfare tali esigenze. L’analisi
ha considerato una famiglia tipo di tre persone (genitori e figlio 0-3
anni) con reddito lordo annuo di 44.200 e relativo Isee di 19.000
mentre i dati sulle rette sono elaborati a partire da fonti ufficiali
delle Amministrazioni comunali.
TARIFFE ALL’INSÙ – Si registra
un +1,4% rispetto al 2007-08. In particolare, nel 2008-09, ben 34 città
hanno ritoccato all’insù le rette di frequenza, e 7 capoluoghi
registrano incrementi a due cifre: Oristano (+51%), Ragusa (+29%),
Catania (+20%), Viterbo (+18%), Trapani (+17%), Salerno (+14%), Pistoia
(+11%). Rispetto a un anno fa, gli aumenti medi principali si
registrano al Sud (+3,2%) e al Centro (+2,7).
UN BIMBO SU 4 IN
LISTA D’ATTESA – il numero degli asili nido è cresciuto solo del 2,4%
rispetto al 2006: in media il 25% dei richiedenti rimane in lista
d’attesa, un anno fa erano il 23%. Il poco edificante record va alla
Campania con il 42% di bimbi in lista di attesa, seguita da Lazio (36%)
e Umbria (35%).
DOVE SI SPENDE MENO E DOVE SI SPENDE DI PIÙ –
La Calabria è la regione più economica (120), la Lombardia la più
costosa (402). Nella top ten delle 10 città più care, tra quelle che
offrono il servizio a tempo pieno, si confermano Lecco, Belluno,
Bergamo, Mantova, Sondrio, Treviso, Cuneo, Pordenone e Vicenza, mentre
Udine subentra a Varese. Nella graduatoria delle 10 città meno care,
prevalgono le realtà del Centro-Sud. In assoluto, la città più
economica risulta Cosenza, seguita da Roma, Chieti e Reggio Calabria.
LOMBARDIA
HA PRIMATO NUMERO NIDI – La regione che emerge per il più elevato
numero di nidi è la Lombardia con 627 strutture pubbliche e circa
25.000 posti disponibili, seguita da Emilia Romagna (538 nidi e 23.300
posti) e Toscana (399 nidi e poco più di 14mila posti). Ultima si
piazza il Molise con soli sei asili per 272 posti disponibili. A
livello nazionale se ne contano 3.184, un numero insufficiente benchè
in crescita (+2,4%) rispetto al 2006. Facendo un confronto tra i posti
disponibili e la potenziale utenza, secondo Cittadinanzattiva, in media
in Italia la copertura del servizio è del 5,8%, con un massimo del
14,6% in Emilia Romagna e un minimo dell’1% in Calabria e Campania.
Questo dato – conclude l’associazione – conferma quanto l’Italia sia
lontana dall’obiettivo comunitario che fissa al 33% la copertura del
servizio.