Treni: incubo su interregionale Cosenza-Napoli, tra ritardi, guasti e sovraffollamento. Passeggeri sul piede di guerra
Viaggio da incubo sul treno del mare. Proveniente da Cosenza e diretto
a Napoli, ha accumulato quattro ore di ritardo salvo poi fermarsi senza
giungere a destinazione. Per i passeggeri presenti a bordo è stata una
vera e propria odissea, di quelle da raccontare. L’interregionale 22566
passerà infatti alla storia come uno dei treni più affollati, da
record. I passeggeri, stipati come sardine, hanno patito disagi e
sofferenze, soffocati dal caldo e dalla mancanza di spazio.
Un’esperienza da dimenticare, ma comunque sopportabile se il viaggio
fosse stato breve, o fosse durato il tempo previsto. E invece, per una
serie di circostanze, il ritardo accumulato è stato impressionante. Ciò
a causa di un guasto avvenuto mentre il mezzo si trovava tra
Battipaglia e Pontecagnano, in provincia di Salerno. I tecnici che
erano a bordo hanno tentato di ripararlo manualmente e il tempo
d’attesa è stato lunghissimo. Poi, a fatica, il treno è ripartito ma
molto lentamente perché ancora a rischio. Alla fine, alla stazione di
Pontecagnano, è arrivata la resa. I passeggeri sono stati costretti a
scendere e si sono vissuti momenti di grande tensione. Peraltro i
problemi dell’interregionale hanno appesantito le linee ferroviarie
modificando i tempi di marcia di altri mezzi e scatenando ulteriori
disagi. Inevitabile la rivolta della gente che ha chiesto spiegazioni
al personale delle Ferrovie dello Stato. Non sono mancati i malori che
hanno reso necessario l’intervento di un’ambulanza. Alla fine alcuni
sono rimasti in attesa di un nuovo convoglio diretto a Napoli, mentre
altri si sono organizzati diversamente. «Abbiamo vissuto una giornata
di inferno – spiega Olimpia De Simone, che era a bordo del 22566 –
Molti di noi erano in piedi già da Palinuro, poi è arrivato il guasto.
È stato terribile». Naturalmente i passeggeri sono pronti ad avviare
una maxi-richiesta di risarcimento danni alle Fs per l’odissea vissuta.
«Abbiamo scattato fotografie e raccolto testimonianze – assicura – Il
treno su cui abbiamo viaggiato è stato costruito addirittura nel 1977.
È naturale che, con quella mole di passeggeri, abbia ceduto».