Trento, genitori dal giudice per costringere la figlia sedicenne ad abortire
Costringere la figlia di 16 anni ad abortire attraverso il Tribunale
dei minori. O almeno impedire per legge al suo fidanzato maggiorenne di
rivederla. E’ la via che stanno tentando una mamma e un papa’ trentini,
convinti che il giovane di cui la ragazza e’ innamorata, un albanese,
non sia in grado di garantirle un futuro. I tratti della vicenda,
necessariamente vaghi per la minore eta’ dell’interessata, non appaiono a
sfondo razzista.
Sono piuttosto quelli del conflitto tra genitori e figlia. I primi
preoccupati di quello che potrebbe aspettarla, la seconda sinceramente e
ostinatamente innamorata. L’amore in questione e’ nato a Trento due
anni fa, dove l’adolescente studia. Da sempre i genitori, separati,
hanno cercato di osteggiarlo. Non solo a parole. Il padre era arrivato
ad accompagnare la figlia ogni giorno a scuola, per evitarle incontri
col ragazzo. La madre a controllarle le telefonate. L’effetto pero’ e’
stato opposto, perche’ la ragazza si e’ rivelata sempre piu’ convinta
della relazione che sta vivendo.
Tanto che ora ha comunicato ai genitori di essere incinta di quel
fidanzato, di cui si dice sempre piu’ innamorata. Il padre e la madre,
alla notizia, sono andati su tutte le furie e le hanno chiesto di
rinunciare alla gravidanza. La risposta e’ stata un netto rifiuto. A
questo punto e’ scattata la decisione di rivolgersi ai giudici minorili.
I due genitori non credono che la figlia decida liberamente. Sarebbe il
fidanzato a plagiarla. Cosi’ chiedono che il Tribunale disponga
l’aborto. In subordine, vengono poi le richieste di impedire a quel
giovane di vederla e, nel caso in cui il bambino venisse alla luce, che
il fidanzato non possa riconoscerlo.
La questione e’ ora in mano alla procura minorile (anche per vagliare
l’esistenza di eventuali reati), ma e’ comunque difficile immaginare
che il Tribunale possa scegliere d’imporre l’interruzione di gravidanza,
dal momento che la legge evidenzia in primo luogo la volonta’
dell’interessata. La norma prevede per le minorenni la necessita’
dell’assenso dei genitori per abortire e, in caso d’impossibilita’ di
consultarli, per varie ragioni, l’entrata in campo di un giudice
tutelare. E non e’ raro che le minorenni tentino questa seconda via per
abortire, nascondendo il fatto ai genitori. Stavolta la situazione pero’
si ribalta: sono mamma e papa’ a chiedere l’aiuto di un giudice. E il
motivo, a detta loro, sarebbe il plagio di quel giovane sulla loro
figlia.