Sposarsi e indebitarsi per migliaia di euro. In Campania succede ancora e con cifre da record, vicine ai 20mila euro. Il sogno d’amore a Napoli e dintorni viene spesso coronato dagli sposi solo dopo aver chiesto un finanziamento per sostenere i costi delle nozze, che in tutto il Mezzogiorno si confermano, secondo la ricerca effettuata dal centro studi di Prestiti.it, i più esorbitanti di tutta Italia.
Col rischio successivo che, per affrontare il debito contratto, si possa finire nel tunnel del prestito a catena, fino a sfiorare il rischio usura, sempre in agguato tra le fasce deboli. I numeri raccontati nel rapporto sollevano non poche riflessioni sul tema dell’indebitamento al Sud. E la Campania, insieme a Calabria e Sicilia, si conferma regione dove i prestiti chiesti specificamente per le spese matrimoniali toccano valori altamente significativi. I finanziamenti, infatti, si assestano su una media di poco più di 17mila euro, cifra ampiamente superiore a quella nazionale.
La media viene rispettata sostanzialmente a Napoli e a Caserta, mentre le cifre di Avellino e Salerno sono di poco inferiori. Poi ecco spuntare il caso Benevento: nel Sannio, secondo lo studio, il prestito medio contratto per le nozze arriva a 29.400 euro. Un’enormità, se si conta che già i valori generali riscontrati in Campania si rivelano pesanti per un sistema economico ancora in sofferenza.
«C’è una evidente differenza tra le cifre richieste al Meridione e quelle nel resto di Italia – spiegano dal centro studi -. Questo perché nel Mezzogiorno si arriva a spendere molto di più per l’organizzazione del matrimonio, con investimenti per abiti e ricevimenti che risultano quasi sorprendenti. Anche per questo motivo gli istituti finanziari hanno aumentato moltissimo i controlli, cercando il più possibile di ritagliare il giusto prestito in base alle garanzie offerte».
Il problema dell’indebitamento si lega proprio al modello di matrimonio che viene seguito in regione. In Campania avvengono circa 30mila nozze all’anno, un valore record nonostante le unioni siano ovunque diminuite (dimezzate negli ultimi trenta anni) e l’età degli sposi si sia innalzata. A Napoli, nello specifico, chiedono un prestito per sposarsi persone in media 38enni, spesso supportate ancora dai propri genitori. E il debito si protrae mediamente per 65 settimane, dunque 5 anni e mezzo.
Non proprio il massimo per cominciare una vita a due sotto lo stesso tetto. Ma basta un finanziamento di 17mila euro a coprire i costi del lieto evento? No, e questo la dice lunga sui possibili disagi per le neo-famiglie. Lo studio di Prestiti.it evidenzia come nel 17% dei casi italiani si superino i 30mila euro per organizzare un matrimonio standard. Una tendenza che trova spazio ovviamente al Sud, dove la spesa si espande fino a toccare anche i 50mila euro.
Come? La Federconsumatori ha tracciato una tabella ad hoc, con le forbici di costo relative a beni e servizi maggiormente legati a un matrimonio: per l’abito da sposa si va dai 3mila ai 7mila euro, il ricevimento porta via almeno 13mila euro, altri 2mila servono solo per i fiori. Il tutto fino a giungere al viaggio di nozze, che spesso supera i 5mila euro di spesa. Di fronte a queste cifre, è facile che si finisca per chiedere un prestito e la cosa può esser sostenibile almeno fin quando si ha un lavoro e ci si rivolga alle normali finanziarie.
Ma in Campania, dove le famiglie in condizione di povertà sono il 25% del totale, vige la pericolosa abitudine di mettere in piedi cerimonie regali a fronte di pochi, pochissimi mezzi economici a disposizione. Da qui il rischio di incontrare usurai sulla propria strada: «Il problema è culturale, i neo-sposi e i loro familiari in decine di casi arrivano ad indebitarsi per affrontare spese folli – spiega il presidente dell’associazione antiusura Mediterraneo, Domenico Di Pietro -. Più le famiglie sono umili, più cercano la cerimonia col cantante o il viaggio alle Maldive. È un fenomeno che stiamo cercando di prevenire parlando agli studenti delle superiori. Gli usurai? Sono sempre alla porta delle case più povere, pronti a trascinare le vittime in un tunnel senza uscita».