Tutti in fila dal benzinaio meno caro d’Italia
CASTELFRANCO VENETO – Nessuno, nel luglio scorso, si era accorto
che qui, sulla statale 53, era scoppiata una guerra. “Abbiamo
aperto le nostre pompe low cost – racconta Roberto Simili,
direttore dell’Iper la Grande I – per fare un favore ai clienti che
magari facevano trenta chilometri per fare la spesa da noi. Con lo
sconto sulla benzina, in pratica rimborsavamo il viaggio. E invece
è successo un “disastro”. Code dal mattino alla notte e noi che
facevamo i vigili in strada per evitare il blocco della statale”.
Weekend del Primo Maggio, tredici milioni sulle strade, annunciano
alla radio. Il distributore dell’Iper è il meno caro d’Italia e in
giorni come questi vende più di ottantamila litri. Dieci pompe self
service e decine di macchine in fila dietro ogni pompa. Chi non
vuole aspettare, dovrà arrivare dopo mezzanotte.
La guerra della benzina conta già le prime vittime. Il distributore
Agip all’ingresso di Castelfranco è chiuso, come quello della Total
a mezzo chilometro dall’Iper. Negli altri distributori l’arrivo di
qualche auto è un evento. “Il Veneto – dicono Moreno Parin e
Stefano Finotto, benzinai e dirigenti del Gisc, Gestori impianti
stradali carburanti – è un’anteprima di ciò che succederà presto in
tutto il Paese. Le pompe “bianche”, quelle che non hanno un
marchio, sono il 10% del totale ma vendono già il 30% dei
carburanti. Noi benzinai, a causa della crisi economica e dei
prezzi alti, guadagniamo il 70% in meno rispetto a dieci anni fa.
E’ solo l’inizio di una crisi che porterà alla chiusura di migliaia
di impianti. Gli automobilisti se ne accorgeranno quando, per fare
il pieno, dovranno fare trenta chilometri, come già succede in
Francia”.
Le Sette sorelle, per un po’, sono rimaste a guardare. Ma i
distributori low cost sono riusciti a dare un primo colpo al loro
potere. “A Castelfranco e dintorni – raccontano i dirigenti del
Gisc – la Esso ha calato i prezzi di 7 centesimi, la Ip di 3, la
Erg di 6. Le compagnie fanno gli sconti se nel raggio di trenta
chilometri ci sono pompe bianche. Ma sono le stesse che poi vendono
la benzina e il gasolio ai low cost a prezzi che noi nemmeno ci
sogniamo. Come gestori abbiamo i distributori in comodato gratuito
ma siamo obbligati a comprare il carburante dalla compagnia
proprietaria. Acquisto in esclusiva e il margine concesso è di 4
centesimi lordi. Due se ne vanno per le spese dell’impianto, e gli
altri due sono tassati. Le pompe bianche, dalle stesse compagnie,
ottengono invece sconti di 15 – 20 centesimi”.
I ribelli che non vogliono più la benzina con il marchio sono un
popolo contento. “Su 50 euro – dice Sabina S. – ne risparmio,
secondo i giorni, fra i 6 e gli 8. Trovare uno sconto, oggi, è
un’impresa rara che dà soddisfazione”. Il tabellone annuncia i
prezzi: euro 1,270 la verde, 1,125 il gasolio. Secondo il sito
Prezzibenzina. it nei self service Agip ed Esso la benzina costa
1,38, all’Api 1,39 e all’Ip 1,41. C’è il camionista che carica 312
litri di gasolio, c’è l’anziano con la Panda che infila nella
macchinetta solo 10 euro. “Tanto abito qui vicino”. “Si vedono
arrivare – dice il direttore dell’Iper – anche Ferrari e Porsche.
Nei primi giorni, vedendo i prezzi bassi – a luglio la benzina
costava meno di 1 euro – c’era chi non si fidava e metteva appena 5
euro. Adesso la media è di trenta euro e tutti sono bravissimi ad
usare il self service. I benzinai qui attorno hanno fatto
manifestazioni, sono venuti anche qui nell’impianto ma non c’è
stato nessun problema. Per protesta, lavavano i vetri ai nostri
clienti. Ce l’avevano con le compagnie che vendevano a noi a prezzi
troppo bassi. Ma io devo convincere gli automobilisti a venire alle
nostre pompe e così ogni lunedì mando una ragazza nei paesi qui
intorno, per un raggio di trenta chilometri, a rilevare i prezzi
degli altri. E abbasso i miei”.
Il benzinaio – imprenditore diventerà un ricordo. La Vianello Sas
di Mestre, ad esempio, ha trasformato 15 distributori (prima
marchio Total e Agip) in pompe bianche con il nome Vega e i gestori
sono stati messi a busta paga. “Non sono dipendenti – dice
Elisabetta Vianello – ma collaboratori & imprenditori. Hanno
libertà di impresa per il lavaggio, il bar, i ricambi… Per la
parte carburanti le scelte sono invece decise soltanto da noi”. “Ho
fatto i conti con un amico che era un gestore Vianello – dice
Stefano Finotto – e abbiamo scoperto che come “prestatore d’opera”
avrebbe guadagnato 1.250 euro al mese, contro i 1.400 di un suo
dipendente. Ha cambiato mestiere. Le pompe bianche non ci
spaventano, ma vogliamo combattere ad armi pari. I contratti di
acquisto in esclusiva sono forche caudine. La nostra proposta è
chiara: basta con il comodato e paghiamo l’affitto degli impianti
alle compagnie. Ma la benzina poi la compriamo dove vogliamo noi.
Possiamo organizzarci e comprare la nave cisterna di benzina
raffinata. Non crediamo che la Grande distribuzione metta le pompe
solo per rimborsare i clienti. L’Ochan ad esempio ha preso in
affitto 370 impianti della Tamoil. In Francia il 70% della benzina
è in mano alla grande distribuzione. Il risultato? Appena
conquistato il mercato, hanno alzato i prezzi”.