Uccide, squarta e mangia cane: arrestato 23enne
Ha ucciso un cane, lo ha
sezionato, poi lo ha mangiato: le zampe sono state addirittura marinate come
prosciutti. L’assurda e atroce scoperta è stata fatta in un casolare alle
pendici di una collina di Firenze dalle guardie zoofile dell’Ente nazionale
protezione animali. Un italiano di 23 anni è stato denunciato per
maltrattamento e uccisione di animali: rischia fino a tre anni di carcere. Le
indagini sono partite da segnalazioni di una discussione in una chat di
Facebook nella quale era apparsa la frase: “Ho ucciso il mio cane, l’ho
appeso come un coniglio e denudato”. In seguito all’Enpa e ai carabinieri,
erano giunte varie segnalazioni via mail. Quando, domenica scorsa, le guardie
zoofile sono arrivate nel casolare, da tempo occupato abusivamente da giovani
senza fissa dimora, hanno notato la testa e la pelle di un cane, appena
scuoiate, appese a pali e staccionate: all’interno c’erano cosci e altre parti
dell’ animale. Tutto è stato sequestrato. Il giovane ha raccontato che il cane
sarebbe rimasto vittima di un incidente stradale (nessun riscontro a questa
ipotesi è stato però finora trovato), ma ha ammesso di averlo mangiato. A suo
dire “la carne è buona e saporita, ha un aroma di tartufo”. Il cane,
una femmina di razza Corso del peso di 50 chili, è risultato appartenere alla
sorella, all’oscuro di tutto.
“Siamo indignati per questo
squallido e disumano episodio – commenta l’avvocato Angelo Pisani, numero uno
dell’associazione NoiConsumatori.it -. Quanto è accaduto è inconcepibile per
una persona sana di mente!Uccidere gli animali è un crimine orribile che
secondo noi non è punito nella giusta maniera. Tre anni di galera sono troppo
pochi. Considerando poi i vari sconti di pena, il mostro uscirà anche prima.
Inoltre è necessaria anche una perizia psichiatrica. Nel nostro Paese è
assolutamente vietato mangiare carne di cane che è considerato animale domestico. E’
da psicopatici fare una cosa del genere! Ci auguriamo che si garantisca la
certezza e la durata delle pena” – conclude Pisani.