Ue, acque pulite: i maggiori divieti di balneazione in Italia
Le acque balneabili dell’Unione Europea sono pulite: nel 2009 il 96% dei siti costieri e il 90% di quelli in riva a fiumi e laghi hanno rispettano i requisiti minimi di qualità. Lo attesta la relazione annuale sulle acque di balneazione presentata oggi dalla Commissione europea e dall’Agenzia europea dell’ambiente. Il salto di qualità maggiore lo hanno fatto le acque interne, passando dal 52% del 1990 al 90%.
Nel 2009 la balneazione è stata vietata solo nel 2% dei siti costieri dell’UE, perlopiù in Italia. La qualità delle acque di balneazione varia maggiormente nelle località interne, tuttavia la maggior parte dei siti interni in Finlandia, Francia, Germania e Svezia rispetta anche i valori guida.
“Per migliorare ancora la qualità delle acque di balneazione europee – ha detto Jacqueline McGlade, direttrice esecutiva dell’Agenzia europea dell’ambiente – è necessario coinvolgere i cittadini, che dovrebbero innanzitutto informarsi sullo stato attuale dell’ambiente e comprenderlo, e successivamente esigere dalle autorità competenti acque più pulite. I nostri strumenti internet consentono ai cittadini di accedere facilmente alle informazioni sull’ambiente e servono da tribuna in cui possono esprimere le loro osservazioni”.
Nel 2006 è entrata in vigore una nuova direttiva sulle acque di balneazione che ha aggiornato i parametri e le disposizioni relative al monitoraggio per adeguarli alle conoscenze scientifiche più recenti. La nuova direttiva pone l’accento sull’informazione al pubblico in relazione alla qualità delle acque di balneazione. Gli Stati membri hanno tempo fino al 2015 per applicare completamente la nuova direttiva, ma 14 Stati membri (Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Spagna, Svezia e Ungheria) hanno applicato i requisiti della nuova direttiva già nel monitoraggio delle acque di balneazione condotto durante la stagione balneare 2009.
“Per l’ultima volta si denunciano le criticità delle acque di balneazione italiane, perché, a partire da quest’anno, il nostro mare e i laghi, seppur ancora inquinati in alcuni tratti di costa, diverrano completamente puliti “per decreto”. E’ questa la denuncia di Legambiente che sottolinea che “con il recepimento della nuova direttiva europea che rende più permessivi i criteri per la balneabilità, molte località diverranno balneabili, non perché saranno meno inquinate, ma solo perché è cambiata la legge”. “Contrariamente a quanto fatto nel 1982, quando l’Italia scelse la strada della severità e del rigore, costruendo una delle reti di monitoraggio migliori in Europa – ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente – stavolta il nostro Paese ha approfittato dell’opportunità concessa dalla direttiva comunitaria per allargare le maglie sulla balneabilità, a partire dall’estate 2010. Un passo indietro normativo che ha fatto classificare come ‘eccellenti’ alcuni tratti di costa che lo scorso anno venivano dichiarati non balneabili, pur essendo tuttora inquinati”.