Ue non fa sconti all’Italia sul deficit
La Commissione Ue “non ha intenzione” di valutare se concedere un’estensione per il taglio del deficit sotto al 3% “per nessun altro paese oltre ai 3 già annunciati” che sono Spagna, Portogallo e Francia. Così un portavoce della Commissione Ue a chi gli chiedeva se anche a Italia e Olanda possa essere dato più tempo.”C’é da parte nostra e dell’Eurogruppo una valutazione volta per volta dei bilanci e delle situazioni dei singoli paesi”, ha ricordato il portavoce dell’esecutivo Ue, “abbiamo indicato un’apertura verso Francia e Spagna, già annunciata dal commissario Olli Rehn, e il presidente Barroso la ha anche indicata per il Portogallo”. La decisione finale di Bruxelles, però, verrà presa in concomitanza con le previsioni economiche Ue di primavera, dopo la pubblicazione dei dati definitivi sul deficit 2012 da parte di Eurostat il 22 aprile, e dopo la presentazione dei piani di bilancio e di riforma nazionali da parte dei 27 attesi per fine aprile. In ogni caso la Francia, se vorrà beneficiare di più tempo, dovrà dimostrare una riduzione del deficit strutturale dell’1% dal 2010 al 2013 e si dovrà impegnare a portare il deficit nominale “nettamente sotto il 3%” nel 2014. Bruxelles, ha tenuto a precisare il portavoce, “non è in negoziati con Madrid” e, sulla base delle stesse scadenze valide per la Francia come per tutti i 27, “deciderà se concedere un’estensione e per quanto tempo”. L’Italia, che non ha finora presentato nessuna richiesta formale per vedersi concedere più tempo, se Eurostat il 22 aprile confermerà il deficit 2012 al 2,9%, potrebbe vedersi chiudere la procedura per deficit eccessivo, purché anche per i prossimi due anni le previsioni di deficit restino chiaramente sotto la soglia limite del 3%.
Nonostanto tutto, l’Italia tira un sospiro di sollievo alla riapertura dei mercati finanziari, dopo la lunga pausa pasquale. La tanto temuta ‘tempesta perfetta’ non si è infatti materializzata, con gli investitori che restano in attesa di capire come si evolverà l’intricato puzzle politico di Roma dopo il colpo a sorpresa del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di nominare due commissioni di ‘saggi’ per l’economia e le riforme istituzionali. Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco cala a 331 punti base dai 346 della settimana scorsa, col tasso sul decennale al 4,62%. Mentre Milano mette a segno un rialzo dell’1,41% e anche le altre Borse del Vecchio Continente registrano sostanziosi guadagni. Parigi è maglia rosa con un progresso dell’1,98%, quindi Francoforte (+1,91%), Madrid (+1,65%) e Londra (+1,23%). Le Piazza europee hanno beneficiato sul finale della spinta di Wall Street, che ha preso slancio dopo i dati sugli ordini all’industria e ottimismo delle imprese migliori delle stime. Ma per i mercati all’orizzonte aleggia sempre la minaccia di un declassamento dell’Italia da parte di Moody’s, restano le tensioni legate al salvataggio di Cipro e perdura un quadro economico preoccupante per l’intera eurozona.
FABBISOGNO: ROSSO 3 MESI A 36,3 MLD, PEGGIORA DI 7 MLD – Il fabbisogno del mese di marzo si attesta a 21,4 miliardi di euro, rispetto ai 17,8 del marzo 2012. E’ il dato diffuso dal ministero dell’Economia secondo il quale il dato è in linea con le previsioni annuali. Sul dato pesano alcuni fattori negativi mensili, senza i quali il fabbisogno si attesterebbero a 15,5 miliardi. Peggiora di 7 miliardi il fabbisogno nei primi tre mesi dell’anno, passando dai 29,138 miliardi del gennaio-marzo 2012 ai 36,337 miliardi dei primi tre mesi di quest’anno. È quanto si può calcolare sommando i dati diffusi dai comunicati del ministero dell’Economia sull’andamento dei conti di cassa nei primi tre mesi dell’anno.
Fonte: www.ansa.it