Ue rinvia adozione body scanner
Mentre l’Europa rinvia l’adozione dei body scanner negli scali, l’Italia va diritta per la sua strada e il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, annuncia l‘acquisto di 15 sistemi speciali per i controlli a raggi X negli aeroporti. A breve la commissione tecnica che si riunisce presso l’Enac darà infatti il via libera all’utilizzo del dispositivo in via sperimentale a Malpensa, Fiumicino e Venezia.
L’Ue
resta divisa sull’introduzione body scanner negli aeroporti ma comincia
a considerare l’introduzione di “sky marshal”, agenti di sicurezza a
bordo degli aerei, sul modello di quanto avviene già da anni negli Usa.
E’ quanto è emerso dalla riunione dei ministri dell’Interno dei
Ventisette a Toledo, in Spagna. “Stiamo considerando la possibilità di
collocare persone a bordo” di aerei, ha detto il commissario uscente
alla Giustizia, Jacques Barrot.
Non basta, nell’incontro i
ministri si sono trovati d’accordo, ha spiegato il ministro
dell’interno spagnolo, Alfredo Perez Rubacaba, “sul fatto che dobbiamo
andare avanti con un Pnr (Passenger Name Record) europeo”, e cioè una
banca data che consente alle compagnie aeree di scambiarsi dati sui
passeggeri. Un Pnr è gia’ in funzione tra 2007 sui vali tra Ue e Usa,
le compagnie aeree devono trasmettere alle autorità Usa i dati
raccolti. Si tratta, ha detto ancora il ministro spagnolo, di “un uno
strumento assolutamente vitale” nella lotta al terrorismo.
All’incontro
era presenta anche Janet Napolitano, ministro dell’Interno Usa, che ha
molto insistito sull’importanza dei body scanner. “Sono estremamente
utili”, ha detto, ricordando che Washington ha deciso di elevare il
numero di queste apparecchiature negli aeroporti Usa dagli attuali 40 a
450 entro il prossimo anno. Tuttavia, i ministri Ue sono rimasti divisi
e non hanno potuto trovare un accordo. “Attendiamo un rapporto della
Commissione Europea – ha detto Perez Rubalcaba – sull’efficacia, gli
effetti e la salute” nonché sulle questione di rispetto dell’intimità.
L’Italia va controcorrente
I
dispositivi, ha sottolineato il titolare del Viminale, Roberto Maroni,
“saranno utilizzati nel rispetto della privacy e della salute.
Provvederemo all’addestramento di chi dovrà impiegarli e
sensibilizzeremo i passeggeri informandoli sulle procedure cui andranno
incontro”.
All’interno dei 27 Paesi europei, ha riferito il
ministro, “ci sono opinioni diverse sull’utilizzo di questi strumenti.
Noi abbiamo deciso di partire comunque con la sperimentazione in tre
aeroporti: e se il test funzionerà siamo pronti ad allargarne l’uso
anche ad altri scali”. L’Italia è contraria, ancora, alla questione
degli “sky marshall”. “Penso che sia meglio prevenire piuttosto che
mettere poliziotti sugli aerei”, ha detto Maroni.