Uffici postali in tilt code e rabbia in tutta Italia
Il primo allarme è partito da Firenze: “I computer sono in tilt, non riusciamo a fare operazioni”, ha spiegato allargando le braccia una dipendente alle persone in coda nella centrale via Pietrapiana. Ancora una volta negli uffici postali di tutta Italia si sono create lunghe code, tra rabbia e sconforto dei cittadini arrivati per pagare bollette e fare operazioni sul conto.
Il blocco informatico deriva da un problema di connessione al server centrale. Alle poste i dipendenti hanno messo cartelli per informare i clienti del problema ma qualcuno prova comunque ad aspettare, e magari si fa pure il giro di più uffici. “E’ il terzo che provo – dice sconsolata una signora fiorentina – ma ovunque la situazione è identica”. Da Roma hanno spiegato agli addetti che il blocco potrebbe essere risolto nel giro di poco tempo e nel pomeriggio la situazione dovrebbe tornare regolare. Alle 13.30 negli uffici postali fiorentini era ancora tutto bloccato con i dipendenti che consigliavano ai clienti di tornare più tardi. Connessioni ripristinate pian piano dalle 15: “Ora il sistema funziona – spiega un dipendente dell’ufficio a Campo di Marte, speriamo non si blocchi di nuovo”.
“Per l’ennesima volta tutti gli uffici postali d’Italia sono in tilt per il blocco del sistema operativo informatico”, afferma Mario Petitto, Segretario Generale Cisl-Poste. “Oggi gli uffici postali sono pieni di pensionati Inpdap che non riescono a riscuotere la pensione e di cittadini che non riescono ad effettuare alcuna operazione finanziaria agli sportelli. Come sempre in queste occasioni la tensione negli uffici postali è alta ed a farne le spese sono gli incolpevoli lavoratori che non riescono a far fronte alle proteste dei cittadini”, osserva il sindacalista, che aggiunge: “Ormai le nostre denunce si sprecano ed il silenzio perdurante del management di Poste diventa sospetto. Ci appelliamo pubblicamente al ministro vigilante se non ritiene di fare luce sui perenni disservizi di una Azienda pubblica che eroga servizi pubblici, e ci chiediamo come mai la magistratura non sia ancora intervenuta a cercare di capire dove siano le eventuali responsabilità della continua interruzione di pubblico servizio. Chiediamo inoltre ai rappresentanti dei consumatori – conclude – di tutelare i diritti degli utenti postali così come noi ci sforziamo di tutelare i diritti dei lavoratori che in queste circostanze sono il parafulmine di responsabilità altrui”.