Ultim’ora virus suino: salgono a 152 i morti. Casi sospetti anche in Italia
La California dichiara lo stato
d’emergenza, si indaga su due morti sospette. Nella Ue i casi sospetti
di influenza suina sono 7. In Italia in serata altri quattro casi
sospetti a Pavia. E mentre i morti in Messico salgono a 152, e l’Oms
innalza il livello di allerta alla fase 4, il virus arriva in Cina.
Cresce l’allarme negli Usa e Barack Obama chiede al Congresso 1,5
miliardi di dollari, soldi necessari anche per finanziare gli sforzi
internazionali per contenere la diffusione del virus.
La California dichiara lo stato d’emergenza.
Il governatore della California Arnold Schwarzenegger ha dichiarato lo
stato di emergenza. Finora, secondo le stime ufficiali dei Centers for Disease Control, i casi di febbre suina accertata in California sono stati 10 contro 64 in tutti gli Stati Uniti.
Il bilancio dell’epidemia in Messico
sale da 149 a 152 morti. Lo ha annunciato il ministro della Sanità
messicano, Josè Angel Cordova. Le persone ricoverate sono 1650. Il
comune di Città del Messico ha disposto la chiusura di tutti i
ristoranti della capitale per ridurre la possibilità di contagio.
Il ministro ha tuttavia dichiarato che il ritmo dei decessi sta rallentando e ha ricordato che il primo caso sospetto di influenza da suini è stato scoperto nello stato meridionale di Oaxaca.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha intanto alzato il livello di allerta
dalla fase tre alla fase quattro. Poi l’annuncio che «se casi di
trasmissione indigena (non importata) saranno formalmente confermati
negli Stati Uniti o in Canada si potrebbe passare alla fase di allerta
cinque». Lo ha detto oggi a Ginevra il portavoce dell’Oms Gregory
Hartl. Casi di trasmissione indigena (non importati) da persona a
persona dell’influenza da suini sono accertati in Messico e probabili
negli Stati Uniti e forse in Canada, ha affermato Hartl. «Se osserviamo
che la trasmissione del virus nelle comunità non è sostenuta potremmo
restare alla fase quattro o addirittura tornare alla fase tre. Le fasi
non devono seguirsi in ordine numerico, si possono saltare, si può
tornare indietro o andare avanti, quel che conta sono i fatti
scientifici». L’attuale fase di allerta quattro, ha concluso il
portavoce dell’Oms, significa che gli sforzi per mitigare gli effetti
devono essere accresciuti, che bisogna informare la popolazione e che
le autorità devono cominciare ad organizzarsi.
Oms: pandemia evitabile. «Non
guardiamo con positività il modo in cui la situazione si sta evolvendo.
L’ipotesi di una pandemia non è inevitabile, ma dobbiamo prepararci a
questa evenienza». Ad affermarlo è stato Keiji Fukuda, vicedirettore
generale ad interim per la Sicurezza sanitaria e l’ambiente
dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in una conferenza
stampa oggi a Ginevra. Fukuda ha spiegato che al momento non cambia il
livello d’allerta, innalzato ieri sera a 4.
Oms: controlli alle frontiere non funziano. Nella
lotta all’influenza da suini i controlli alle frontiere e agli
aeroporti «non funzionano» , ha affermato oggi a Ginevra un portavoce
dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). L’Oms inoltre non
raccomanda restrizioni ai viaggi o la chiusura di frontiere, ha
aggiunto il portavoce Gregory Hartl parlando alla stampa. Nel 2003, in
occasione della crisi per la Sindrome respiratoria acuta (Sras) i
controlli alle frontiere dei viaggiatori non si sono rivelati efficaci
ed i costi economici di tale misure sono risultati ben superiori ai
vantaggi per la salute pubblica, ha spiegato Hartl. Potrebbe tuttavia
essere «prudente» per alcuni governi raccomandare ai propri cittadini
di pensarci bene prima di recarsi nelle destinazioni colpite, ha
aggiunto Hartl. Per ora il virus «non ha mostrato resistenza
all’oseltamivir e zanamivir, ed è quindi curabile con questi due
antivirali». Solo il Messico ha segnalato casi mortali. Secondo i
criteri usati dall’Oms, un totale di 73 casi di influenza da suini sono
stati ufficialmente notificati nel mondo, di cui 40 negli Usa, 26 in
Messico, 6 in Canada e 1 in Spagna. I decessi dovuti al nuovo virus
sono 7, tutti in Messico. L’Oms – ha spiegato il portavoce – registra
solo i casi ufficialmente notificati e confermati da analisi di
laboratorio.
Sospetti in 7 Stati Ue. La commissaria Ue
alla Sanità, Andro Ulla Vassiliou, ha spiegato che casi sospetti si
segnalano in sette Stati membri della Ue: Danimarca, Svezia, Repubblica
Ceca, Irlanda, Italia, Germania e Grecia. Quattro i casi accertati con
il secondo in Spagna.
Italia: 11 casi sospetti tutti negativi.
«Alle 16 di oggi sono 11 i casi sospetti di influenza suina riscontrati
in Italia. I test effettuati hanno escluso però che si tratti di virus
AH1N1». Lo ha affermato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, nel
corso dell’informativa al Senato sull’influenza da suini. Il ministro
ha spiegato che i casi riguardano persone rientrate da poco da viaggi
in Messico.
Quattro casi sospetti a Pavia. L’istituto
di malattie infettive della fondazione San Matteo di Pavia sta
studiando i casi di quattro pazienti lodigiani rientrati con
l’influenza dopo una vacanza in California ai confini con il Messico.
Le loro condizioni non sono assolutamente preoccupanti. Due di loro
sono ricoverati all’ospedale di Sant’Angelo Lodigiano, gli altri due si
trovano a casa. Dopo aver valutato i sintomi e, considerato l’allarme
attuale, i medici lodigiani hanno contattato il reparto malattie
infettive del San Matteo di Pavia per le analisi che sono state
affidate al laboratorio di Virologia. I risultati verranno resi noti
nei prossimi giorni.
Paziente in osservazione a Vicenza.
Un paziente di 45 anni è ricoverato in osservazione presso il reparto
di malattie infettive dell’ospedale di Vicenza, aveva sintomi a carico
delle vie respiratorie al ritorno da una delle aree dove sono stati
segnalati casi della nuova influenza. Le sue condizioni non destano
preoccupazione.
Fazio: probabile che arrivi anche in Italia, ma siamo pronti.
«Naturalmente è possibile, anzi probabile, che prima o poi il virus
della febbre suina arrivi anche in Italia». Lo afferma oggi il
sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio, intervenuto in tv a
Panorama del giorno. Fazio, che ha allertato il controllo Influnet del ministero,
in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, e le altre
strutture per la sorveglianza del virus sul territorio, però
tranquillizza: «Noi siamo pronti all’eventualità» che la nuova
infezione, già entrata in Europa arrivi anche nella Penisola. In Italia
al momento comunque non vi è alcun caso segnalato.
Sacconi: antivirali sufficienti per pandemia. «La
quantità di antivirali a nostra disposizione è sufficiente in caso di
pandemia». Lo ha affermato il ministri del Welfare, Maurizio Sacconi.
Il ministro ha confermato che attualmente le dosi disponibili dei due
antivirali sensibili al virus (Tamiflu e Relenza) sono circa 40
milioni. «Per evitare allarmismi ingiustificati basta dare le cifre
degli antivirali stoccati negli altri paesi: 50 milioni negli Stati
Uniti, 30 milioni in Francia, 30 milioni Gran Bretagna, 20 in Spagna e
4 milioni in Austria». Sacconi ha detto, inoltre, che il farmaco va
somministrato «entro 48-72 ore successi al comparire dei sintomi».
Al via incapsulamento antiviarli.
Il ministero del Welfare ha dato incarico all’Istituto farmaceutico
militare di Firenze di procedere all’incapsulamento delle scorte in
polvere degli antivirali sensibili all’influenza da suini. Lo ha
annunciato il sottosegretario Fazio. «Le 40 milioni di dosi a nostra
disposizione – ha spiegato – servono per trattare quattro milioni di
cittadini. Dieci milioni di dosi sono pronte e trenta milioni da
confezionare in capsule. Il motivo di questo è stata una decisione
presa dal governo precedente ma giustissima: siccome il prodotto in
polvere ha una durata media di dieci anni e in capsule solo di tre
anni, se fosse stato acquistato due anni fa in capsule tra un anno
scadrebbe».
Oms: influenza non cambia nome. L’Oms precisa
che per il momento la febbre o influenza suina non cambierà nome, come
ipotizzato dall’Unione europea per evitare il crollo di vendite di
carni di maiale. Lo ha reso noto durante una conferenza stampa oggi a
Ginevra Keiji Fukuda, vicedirettore generale dell’Organizzazione
mondiale della sanità (Oms). La motivazione per cui l’influenza suina
continuerà a chiamarsi così è che «non vogliamo creare confusione», ha
detto Fukuda. La commissaria europea invece in mattinata aveva
detto che «la definizione influenza da suini dava un’idea sbagliata nei
confronti della carne di maiale, il cui consumo è sicuro purchè sia
cotta».
I casi negli altri paesi. Un primo caso sospetto
si registra anche in Corea del sud. Diverse persone sono in
osservazione in Cina. In Australia si moltiplicano i casi di contagio,
sospetto o probabile, anche se nessuno è stato finora confermato. In
tutto sono sotto osservazione in Nuova Zelanda 56 persone, oltre a 10
casi considerati probabili. In Australia sono già circa 50 i casi
sospetti di contagio di persone rientrate di recente dal Messico, che
vengono sottoposte a test e trattenute in quarantena
Due i casi in Israele.
Dopo la conferma del primo caso di contagio in Israele, arriva la
comunicazione di un secondo caso confermato oggi pomeriggio in Israele
dal ministero della Sanità. In entrambi i casi si tratta di reduci da
viaggi in Messico, ricoverati con sintomi influenzali al rientro in
patria, le cui condizioni sono giudicate ora non gravi e in via di
miglioramento dai medici.
Secondo caso in Spagna. Un
secondo caso accertato è stato registrato in Spagna, a Valencia: lo
riferisce la stampa spagnola citando dichiarazioni del ministro della
Sanità Trinidad Jimenez. «Data la evoluzione del suo stato, il paziente
sarà dimesso nelle prossime ore». Il ministro ha inoltre indicato che
anche il giovane di cui è stato accertato il contagio ieri presenta una
evoluzione positiva e potrebbe a sua volta essere dimesso «nelle
prossime ore».
Nuova Zelanda: 3 casi accertati. Il
governo neozelandese ha reso noto che sono diagnosticati i primi tre
casi di influenza da suini tra gli oltre 50 pazienti ricoverati nel
paese. Lo ha detto il ministro della Sanità, Tony Ryall. I tre casi
sono stati accertati in un gruppo di liceali tornati sabato scorso dal
Messico. Nove degli studenti e un insegnante, che facevano parte di un
gruppo di 25 di una scuola di Auckland, erano già considerati fra i
casi probabili e i loro campioni biologici erano stati mandati per
analisi al laboratorio dell’Oms a Melbourne, in Australia. Il ministro
della sanità della Nuova Zelanda, Tony Ryall, ha detto stasera che i
test hanno finora confermato che tre degli alunni sono stati
contagiati, ma che «si presume» che tutti e 10 le persone che avevano
manifestato sintomi di influenza abbiano contratto il virus. «In base a
questi risultati, presumiamo che tutte le persone del gruppo risultino
positive all’influenza da suini», ha infatti aggiunto. Tutti sono in
via di guarigione, chiusi in quarantena in casa loro.
Due nuovi casi confermati in Canada.
In totale sono 8. I due nuovi casi sono stati accertati nella provincia
di Alberta e vengono collegati a recenti viaggi in Messico, secondo
quanto riferito da funzionari locali.
Casi sospetti in Francia. Venti
casi sospetti sono «in corso di analisi» in Francia: lo ha annunciato
oggi pomeriggio la direttrice dell’istituto di vigilanza sanitaria,
Francoise Weber. In totale, da sabato scorso, 107 persone sono state
segnalate in Francia in rientro dal Messico con sintomi simili
all’influenza. Su questo totale, 20 casi sospetti sono ancora sotto
osservazione ma presentano – ha sottolineato la Weber – «una
sintomatologia influenzale non grave».
Il governo giapponese ha lanciato in via ufficiale l’allerta generale alla popolazione contro il pericolo dell’influenza
da suini, istituendo una speciale task force presieduta dal premier
Taro Aso. Il primo provvedimento cautelare, non essendo stato per il
momento segnalato alcun caso sospetto nel Paese, è stata la sospensione
immediata dell’esenzione dei visti d’ingresso per i cittadini messicani
e ha invitato pubblicamente i connazionali a evitare viaggi nel Paese
americano.
Quattro aziende lavorano al vaccino. «Sono
quattro le aziende farmaceutiche che stanno lavorando ad un possibile
vaccino contro l’influenza da suini». Lo ha reso noto Sergio Dompè,
presidente di Farmindustria. Roche, Sanofi Aventis, Glaxo e Novartis
potranno arrivare all’aintidoto tra almeno tre mesi. Dompè ha inoltre
risposto alle critiche di quanti evidenziano i guadagni delle aziende
farmaceutiche con emergenze sanitarie di questo tipo. «L’atteggiamento
delle aziende farmaceutiche anche per il caso dell’influenza aviaria è
stato improntato alla necessaria cautela. Ai tempi sono stati
predisposti rifornimenti per coprire circa quattro milioni di cittadini
con antivirali, che oggi rappresentano una risposta equilibrata ad una
minaccia che va tenuta sotto controllo, ma che tutti ci auguriamo si
traduca in una minaccia mancata».
Scoppiano fiale: allarme rientrato su treno svizzero.
Fiale contenenti un virus suino inoffensivo per l’uomo sono esplose su
un treno Intercity che stava per giungere a Losanna, ieri nel fine
poimeriggio in piena ora di punta. Il convoglio è stato bloccato poco
prima di arrivare in stazione in attesa di assicurarsi che non vi
fossero rischi di contaminazione, ha riferito l’agenzia di stampa
svizzera Ats. Un tecnico del Laboratorio centrale di virologia degli
Ospedali universitari di Ginevra era andato a prendere le fiale in
mattinata all’istituto veterinario di Zurigo. Le fiale sono esplose
perchè nell’involucro dove erano state riposte il ghiaccio secco era
stato mal posizionato.