Un ambulatorio ostetrico per le immigrate
Assistere i più deboli che nel nostro tempo sono le donne
extracomunitarie. Così al policlinico federiciano, è nato – è il caso
di dire – l’ambulatorio ostetrico ginecologico per le immigrate diretto
dal professor Carmine Nappi. In realtà il servizio era già offerto da
qualche tempo, ora si è deciso di pubblicizzarlo ancora di più, perché
il fenomeno dell’immigrazione è cresciuto ed è giusto raggiungere
quante più persone è possibile. Addirittura intorno all’argomento ci
sarà un convegno che si terrà domani nella biblioteca Vagnilio
all’edificio 9 di via Pansini. Nappi è naturalmente soddisfatto dei
risultati che sono stati raggiunti, ma è già proiettato al futuro: «La
nostra società multietnica e multiculturale – racconta il profesosre –
richiede interventi di integrazione e assistenza, fondamenti di umana
convivenza. L’assistenza sanitaria rappresenta una delle prime e
doverose forme di accoglienza e prossimità umana». In questo senso e su
queste basi nasce questo servizio: «L’ambulatorio per immigrate nasce
per dare una risposta ai primari bisogni sanitari, offrendo servizi ad
elevata specializzazione nella gratuità e nel rispetto della privacy».
Fondamentale che non si tirino fuori soldi, del resto chi si reca
all’ambulatorio per le immigrate certo non naviga nell’oro. Un
volontariato pubblico che serve a sollevare il morale di chi soffre.
Per favorire un ulteriore approfondimento sulle tematiche biomediche,
etiche e normative, è stato approntato questo convegno al quale tra
l’altro partecipano, oltre a Nappi Giovanni Persico preside della
Facoltà di Medicina e Chirurgia della Federico II e don Carmine Giudici
delegato Regionale Caritas Campania. Quella del sacerdote è una
presenza sentita in maniera particolare. In realzione ai temi che fanno
discutere molto in queste settimane .Un convegno seminario che tocchera
molti i temi etici, le immigrate quasi sempre non sono cattoliche e
hanno altre sensibilità culturali di conseguenze anche le cure da
propinare devono essere tarate sulla loro lunghezza d’onda. Sarà anche
l’occasione per presentare i risultati dell’attività assistenziale
rivolta alle immigrate in questi anni, confrontandoli con i dati
epidemiologici nazionali e internazionali. Il seminario è aperto a
tutti coloro che – con diverse professionalità e competenze – svolgono
azione di assistenza e vicinanza ai migranti, in particolare gli
operatori Caritas. Domani dunque si capirà se per chi soffre ci saranno
nuove opportunità per vivere meglio nel paese che hanno scelto come
nuova patria.