Un asilo su due è fuorilegge, caos iscrizioni
Amara sorpresa per molti genitori che hanno iscritto i loro figli agli asili nido del Comune di Napoli. Il 12 giugno sono state pubblicate le graduatorie relative alle 37 strutture presenti in nove municipalità, tranne la quinta Vomero-Arenella che ne è priva.
Come anticipato dal Mattino il 5 maggio scorso, molti bambini rischiano di non poter frequentare l’anno scolastico 2012-2013 perché la metà delle strutture sono prive del Certificato prevenzione incendi (Cpi).
Questo significa che, allo stato attuale, possono ospitare al massimo 20 bambini in modo tale che nell’edificio ci siano complessivamente 30 persone (compreso il personale amministrativo, ausiliario e le educatrici). E così i bambini al 21esimo posto in graduatoria fino ad esaurimento capienza (40 ma anche 60 posti nei nidi più grandi) risultano, al momento, «ammessi con riserva», in attesa dell’avvio delle procedure per l’adeguamento alla normativa antincendio prevista dal Dpr 151 del 2011.
«Voglio rassicurare i genitori: tutti i bambini ammessi con riserva potranno frequentare regolarmente il prossimo anno scolastico – dice l’assessore all’Istruzione Annamaria Palmieri – stiamo avviando le procedure e presenteremo i progetti di adeguamento per fine luglio o, al massimo, per inizio settembre».
E aggiunge: «Rassicuro anche le educatrici precarie: nessun posto di lavoro è a rischio, anzi chiederò al Consiglio comunale di stanziare maggiori risorse per aprire altri 3 asili nido». Non dormono sonni tranquilli, però, le insegnanti precarie che chiedono maggiori certezze occupazionali e garanzie sulla qualità del servizio offerto. «Siamo preoccupate soprattutto per l’innalzamento del rapporto tra educatrici e bambini – tuona Monica Capezzuto del comitato Ipc – passeremo da un educatore per 4 bambini a un educatore per 6 (nella sezione Lattanti) e da 1 educatore per 6 bambini a 1 per 10 (nella sezione Divezzi). Questo significherebbe fare mero baby-sitteraggio».
Ma torniamo all’adeguamento antincendio: al momento risultano “fuorilegge” 19 asili nido su 37, praticamente uno su due. Questo il quadro per singole municipalità. Partono senza problemi la prima (Chiaia-Posillipo), la seconda (Mercato-Pendino), la terza (San Carlo all’Arena) e l’ottava (Secondigliano). Nella quarta (San Lorenzo-Vicaria) va adeguato il Partenope, un nido aperto solo lo scorso anno al rione Luttazzi. Sono irregolari tutti gli asili-nido della sesta (Barra-S. Giovanni), ossia Callas, Ciccarelli, De Meis, Maranda e Musone, così come quelli della nona (Soccavo-Pianura), cioè il Torricelli, Novelli e Nosengo. Quest’ultimo, in particolare, necessita di importanti lavori di ristrutturazione: sono ammessi con riserva tutti i 46 bambini iscritti e per loro potrebbe prospettarsi una sede alternativa. Nell’ottava (Scampia) sono irregolari 5 nidi su 7, ossia Fratelli Cervi, Fata Coronella, Janfolla, Mary Poppins e Mondo Gioioso. Fuorilegge anche 4 asili su 5 della decima (Fuorigrotta-Bagnoli): Altavilla, Guido Rossa, Marco Polo e Ciaravolo.
«Abbiamo preferito ammettere con riserva i lattanti per dare priorità ai divezzi, ossia ai bambini che già frequentano la struttura» dice la Palmieri. Ma quanto costeranno i lavori di adeguamento? «Non possiamo saperlo ancora, ma saranno le municipalità a farsene carico per prime e, solo dopo, interverrà Palazzo San Giacomo». «È bene, invece, che il Consiglio comunale se ne faccia carico fin d’ora stanziando risorse adeguate nel bilancio da approvare perché le municipalità, da sole, non avrebbero i fondi necessari» ribatte Luca Simeone, responsabile Welfare di Sel.