Un contribuente su sei evita l’Irpef dei comuni
Un contribuente su sei oggi non paga l’addizionale comunale all’Irpef. Dei 30,8 milioni di persone fisiche soggette al prelievo, sono più di 5,2 milioni quelli che non hanno versato alcun “supplemento” d’imposta nelle casse dei comuni dove risiedono. È quanto emerge dalle elaborazioni dei dati sulle dichiarazioni dei redditi 2010 (anno d’imposta 2009) relative ai modelli Unico e 730 divulgati venerdì scorso dal Dipartimento delle Finanze e anticipati sul Sole 24 Ore dell’11 marzo. Si tratta di contribuenti non tenuti al pagamento perché i comuni di residenza, fino ad oggi, non hanno applicato l’addizionale all’Irpef. Poco meno di 1,8 milioni di contribuenti, infatti, risiedono in Lombardia dove, ad esempio, ci sono città come Milano e Brescia che non prevedono il prelievo. A seguire c’è il Veneto, dove a far salire fino a 452.653 i soggetti che non versano addizionale è stata la città di Venezia. Si tratta di un esercito di “privilegiati” che ben presto potrebbe drasticamente ridursi con l’entrata in vigore del federalismo municipale. Il decreto attuativo approvato nelle scorse settimane e in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale prevede, infatti, lo sblocco delle addizionali già a partire dall’anno in corso. In sostanza i comuni potranno deliberare l’applicazione del tributo aggiuntivo all’Irpef fino allo 0,4% (con un limite dello 0,2% all’anno).Un prelievo che comunque è in linea con l’aliquota media effettiva applicata sui redditi 2009 e che è stata pari, secondo i dati delle dichiarazioni 2010, allo 0,43 per cento. Complessivamente l’addizionale comunale pagata nel 2009 dai contribuenti Irpef ha prodotto un gettito di 25,5 miliardi di euro con un’imposta media di 117,63 euro. Le nuove statistiche delle Finanze forniscono anche la fotografia dell’addizionale regionale Irpef pagata nel 2009. Il gettito complessivo è stato pari a 8,3 miliardi di euro con un’aliquota media pari all’1,18 per cento. Valore che appare subito più alto di quello 0,9% previsto dal decreto sulla fiscalità delle regioni per l’attuazione del federalismo e potrà essere elevata dai governatori fino al 2,4% dal 2014 e al 3% dall’anno successivo. Ad aumentare l’aliquota media hanno contribuito le regioni con i conti in rosso per la sanità, come Lazio, Calabria o Molise dove il prelievo medio si è attestato sull’1,39 per cento. Nelle regioni più virtuose, come Toscana, Friuli o Valle d’Aosta l’aliquota media è stata dello 0,9 per cento. Esattamente la misura che il decreto attuativo sul fisco regionale, attualmente all’esame della bicamerale, prevede per l’aliquota base della futura addizionale Irpef.