Una legge per fermare Equitalia: 60 parlamentari PdL firmano la proposta del deputato Mauro Pili
Fermare il disastro economico finanziario di centinaia di migliaia di imprese sull’orlo del fallimento, ripristinare regole corrette per la riscossione, cancellare tutte le norme che hanno consentito a Equitalia di vessare e perseguitare indebitamente il cittadino contribuente”.
Sono questi gli obiettivi della proposta di legge presentata stamane dal deputato sardo Mauro Pili, primo firmatario insieme a60 deputati del Popolo della Libertà.
Un’adesione alla proposta di legge che la dice lunga sulla gravissima situazione che riguarda il sistema nazionale delle imprese e della riscossione.
La proposta di legge interviene sul piano legislativo per fermare una politica di riscossione che sta provocando danni irrimediabili sia al sistema economico del paese che alle stesse casse dello Stato.
“Pagare il giusto, abrogare l’indebito guadagno della riscossione” – ha detto Mauro Pili annunciando l’iniziativa legislativa che sarà presentata. “Si tratta di una proposta di legge di iniziativa parlamentare alla quale hanno aderito parlamentari di tutte le regioni italiane, tutte vessate da un sistema di riscossione che rischia di mettere in ginocchio un’infinità di imprese con il rischio di fallimento. La proposta di legge prevede l’abrogazione delle norme relative all’indebito guadagno delle società concessionarie dei tributi con l’eliminazione degli oneri accessori, riduzione degli aggi e la sospensione senza oneri delle procedure esecutive in essere in seguito alla grave crisi economica”.
La proposta di legge, oltre che da Mauro Pili, è stata firmata dai parlamentari sardi Bruno Murgia, Settimo Nizzi, Carmelo Porcu e Paolo Vella.
E’ giusto combattere l’evasione e l’elusione fiscale, come è altresì giusto rendere efficaci le attività di riscossione. Queste azioni non devono, però, – ha detto Pili – in alcun modo vessare, perseguitare e danneggiare indebitamente e irragionevolmente il cittadino-debitore che, vivendo in un contesto economico sociale ben più complesso, deve potersi tutelare e difendere con pari diritti rispetto al responsabile della riscossione”.
“Per questa ragione – è scritto nella relazione della legge – oggi è indispensabile intervenire radicalmente per cancellare gli indebiti e sovradimensionati compensi di Equitalia, tagliando drasticamente gli aggi ed eliminando tutti gli oneri accessori che risultano dei veri e propri balzelli ai danni del cittadino contribuente”.
“Alle difficoltà nel pagare le già elevate imposte – secondo i parlamentari – il cittadino-debitore deve, infatti, sopportare l’indebito e ingiustificato peso di somme che non trovano alcuna logica e si inquadrano nell’ambito della peggiore azione di riscossione che si possa perpetrare ai danni della stessa azione di recupero crediti”.
“E’ evidente – sottolineano i 60 deputati che hanno firmato la proposta di legge – che una gestione dissennata, invasiva e ingiustificata della riscossione in molti casi porta al fallimento del soggetto contribuente sia esso persona fisica che impresa, provocando all’erario un danno di fatto notevolmente superiore a quello della mancata riscossione del capitale. Con un sistema arbitrario e invasivo di riscossione lo Stato perde almeno due volte. Primo: facendo fallire le imprese per oneri irragionevoli si finisce per perdere aggi e quota capitale. Secondo: falliscono le imprese facendo venire meno l’importante apporto sul piano del prodotto interno Lordo (pil).
LA PARAMETRAZIONE ECONOMICA E SOCIALE TERRITORIALE
La proposta di legge introduce attraverso parametri certi e definiti la valutazione del contesto sociale ed economico dei singoli territori.
ELIMINARE LO SQUILIBRIO TRA COSTI DI PROCEDURA E ONERI A CARICO DEI CITTADINI
Tale proposta di legge intende – è scritto nella relazione di accompagnamento delle norme – ridurre l’aggio dovuto all’agente della riscossione dal 9 al 2%, in considerazione del fatto che, stante la celerità e semplificazione di questa procedura, la remunerazione – e, di conseguenza, l’onere gravante sul contribuente – non risulta in alcun modo più commisurato all’attività svolta dal soggetto dedito alla riscossione.
La proposta di legge che riguarda l’intero sistema Paese prende spunto dal Caso Sardegna: 64.184 imprese sarde indebitate con il fisco, con l’Inps o con l’Inail per un ammontare complessivo di 3 miliardi 516 milioni, su 160.000 imprese che operano in Sardegna risultano indebitate con il fisco quasi il 40 per cento.
2354 AZIENDE FALLITE PERSI 950 MILIONI DI EURO
Delle oltre 64 mila aziende – ha confermato la stessa Equitalia (la società pubblica che si occupa della riscossione dei tributi) – 2.354 hanno dichiarato fallimento: a loro carico c’era un debito complessivo pari a 950 milioni di euro. Delle oltre 64 mila società finite nel mirino dell’agenzia di riscossione, solo 4.007 stanno procedendo a pagare attraverso la rateizzazione. Una situazione debitoria che si aggiunge ad una crisi profonda a cui si affianca alle previsioni negative anche per tutto il 2011 e lo stesso 2012. Il quadro economico già abbondantemente compromesso vede le imprese gravemente a rischio per le posizioni debitorie aperte, mancanza di liquidità, difficoltà di accesso al credito e ritardi di pagamento da parte dei grandi committenti soprattutto pubblici.
Questa proposta di legge intende affrontare la questione relativa al tema degli oneri accessori utilizzati dalle società di riscossione che provocano un incremento ingiustificato, illogico e vessatorio nei confronti del contribuente.
IL DUPLICE DANNO SULLE ENTRATRE, PIU’ VESSAZIONI, PIU’ FALLIMENTI, UGUALE MINORI ENTRATE
A tale elevato onere sociale ne va aggiunto uno di natura economica con una duplice valenza, una diretta sul Pil e l’altra sul mancato gettito.
Basta, infatti, valutare gli effetti vessatori e irragionevoli di una politica di riscossione priva di equilibrio che ha generato nella sola Sardegna fallimenti di 2.354 aziende con a carico un debito complessivo pari a 950 milioni di euro ora non più recuperabile.
La proposta di legge, che per ragioni meramente finanziario-contabili deve avere una copertura delle minore entrate, in realtà si propone di generare un duplice effetto positivo sulla riscossione, prima di tutto con l’alleggerimento dell’ammontare in riscossione facilitando l’ottemperanza del pagamento della quota capitale e dall’altra l’obiettivo di scongiurare ulteriori fallimenti per tenere in attività imprese ed evitare ai creditori di perdere l’intero ammontare del debito in riscossione.
La copertura delle minori entrate deriva da un aumento sull’accisa da carburante che, come ha rilevato la Banca d’Italia in una recente audizione al Senato “sarebbe auspicabile per portare il sistema economico verso un sentiero di sviluppo che faccia un uso meno intensivo delle fonti fossili”.
combattiamo equitalia Non soltanto occorre eliminare gli oneri propri della riscossione, o comunque limitarne l’onere economico, ma soprattutto devono essere abrogate tutte le disposizione che prevedono in caso di mancato pagamento l’applicazione di sanzioni che in alcuni casi (vedi INPS ed INAIL) raddopiano l’ammontare degli importi effettivamente dovuti. In uno stato liberale il rapporto con il cittadino deve essere PARITARIO. Così come non è consentito al cittadino, nei casi (purtroppo ormai frequenti) in cui è creditore della Pubblica Amministrazione di richiedere oneri e sanzioni ulteriori rispetto al capitale e agli interessi allo stesso modo deve essere vietato allo Stato di vessarloulteriormente in forza di un potere di imperio che non gli può appartenere. Parimenti devono essere eliminate tutte quelle norme che consentono alla pubblica amnministrazione di controllare i pagamenti ai privati attraverso i meccaninismi del DURC o attraverso l’obbligo di preventiva comunicazione ad Equitalia per importi dovuti dallo Stato superiori ad E. 10.000,00. Si tratta di poteri propri di uno statodi polizia visto che un contrappostopotere non è previstoin favore del cittadino.
imbrenditore edile ma mi domanto come si possa penzare di fare pagare al p m i il dolo della mancanza di liquidita a cantonata dai grossi speculatori creando la crisi dei paesi in dificolta finanziaria mi senbra incridibile che non si vuole fare una regola che oltre ad un certo livello di arrichimento si debba pagare limposta maggiritaria per aiutare le p m i in stato di formazione e metterle in grato e poi gratuatomete pagare le tasse non prendersela sembre con p.m.i.non igrato di pagare perche sgriverle al camera di commercio e poi abbandonarle alla mercie