Una possibile soluzione all’ubicazione di nuovi impianti destinati al trattamento dei rifiuti
L’eliminazione dei rifiuti prodotti dalle diverse attività umane, rappresenta un problema assai
complesso, poiché deve far fronte ad aspetti di natura tecnica,organizzativa e soprattutto sociale.
Infatti anche se gli impianti destinati al trattamento dei rifiuti sono considerati indispensabili ,
paradossalmente,nessuno li vuole ubicati nel territorio in cui vive.
A tal proposito nasce la mia proposta di creare impianti nei quali realizzare la digestione
anaerobica della frazione organica dei rifiuti solidi e degli impianti che realizzano la
termodistruzione dei rifiuti su piattaforme offshore. Ciò non solo risolverebbe un importante
problema di natura sociale, ma risparmierebbe a diversi ettari di terreno di essere sottratti ad un
importante attività che caratterizza il nostro paese quale l’agricoltura.
La digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti mediante appositi reattori permette di
ottenere il biogas (gas biologico) che può essere previa eventuale depurazione,utilizzato in impianti
motori primi termici come combustibile per ottenere energia elettrica oppure per produrre calore
destinato a processi industriali o di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria per edifici e
abitazioni.In tal caso si potrebbe provvedere su terra ferma alla previa e complessa separazione
della parte organica dei rifiuti da quella inerte, per poi inviare la prima di queste due una volta che
sia stata ridotta in un’opportuna pezzatura all’impianto posizionato sull’apposita piattaforma
mediante delle navi.Una volta prodotto il gas biologico, il metano da esso ricavato potrà essere
stivato (in fase liquida) nelle metaniere e portato sulla terra ferma destinandolo in definitiva ai
rigassificatori.
Per quanto riguarda invece gli impianti di termodistruzione o “inceneritori”, vi è la
possibilità attraverso un processo di combustione dei rifiuti (i quali possiedono un potenziale
energetico che varia da 5000 a 10000 kJ/kg),di ottenere in un’ apposita caldaia vapore ad alta
temperatura utilizzabile in gruppi turboalternatori a condensazione totale per produrre energia
elettrica. Di questa energia elettrica prodotta parte se ne serve l’impianto stesso per il suo
funzionamento,mentre la parte eccedente può essere immessa nella rete di distribuzione.
In tal caso sulla terra ferma si potrebbe effettuare la separazione tra i vari materiali costituenti i
rifiuti solidi e raccogliere materiale eventualmente riciclabile come carta,vetro,metalli ecc. che
possiedono un valore economico considerevole,mentre sulle piattaforme offshore la restante parte
dei rifiuti non riciclabile viene termodistrutta dagli appositi inceneritori.
Ovviamente in tal caso si dovrà provvedere di collegare le piattaforme offshore alla rete elettrica del
paese per riversare l’energia elettrica prodotta.
Voglio sottolineare che l’impatto ambientale provocato dagli inceneritori a causa dei fumi rilasciati
dall’impianto stesso non è considerevole,ma addirittura può essere minimizzato se viene controllata
la qualità dei rifiuti utilizzati come combustibile,controllando il processo di combustione e
depurando opportunamente i fumi rilasciati dal camino.
Inoltre produrre energia elettrica e gas combustibile con gli impianti appena descritti,significa per il
nostro paese svincolarsi o meglio ridurre l’ importazione di tali risorse energetiche dall’
estero,acquisendo se pur parzialmente ,un’autonomia.