«Trovo non soltanto avvilente ma politicamente e culturalmente grave il dibattito che si è aperto in questi giorni – sia da parte di Confindustria sia da parte di esponenti di governo – sulla festa nazionale del 17 marzo in occasione della ricorrenza del 150 dell’ Unità d’Italia». È quanto afferma il vice presidente del Senato Vannino Chiti. «Sono – aggiunge Chiti – assolutamente d’accordo con il Presidente Ciampi: un paese che finge di risparmiare risorse e di aumentare la sua competitività ignorando le ragioni di una festa nel giorno nel quale ricorre il compleanno del suo essere nazione unità, rinuncia ad avere un futuro degno. C’è – e lo sappiamo – chi combatte l’unità d’Italia con mezzi espliciti e surrettizi, ma la cosa ben più grave è l’atteggiamento di quanti fanno finta di non accorgersene». «Non vedere e non sentire possono accompagnare atteggiamenti di ipocrisia e cinismo politico, ma non ci fanno compiere nessun passo avanti nell’impegno per rafforzare la coesione e l’Unità dell’Italia, il suo ruolo nell’Unione Europeà. Insomma – conclude Chiti – è troppo attendersi almeno su questo una parola esplicita e chiara da parte del governo, anche se in tutt’altre faccende affaccendato?».
«La festa del 17 marzo non è in discussione, è una festa nella quale si deve celebrare la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Adesso sarà fatto un ulteriore approfondimento al fine di valutare se ci sono le basi giuridiche per stabilire se sarà una festa» con scuole e uffici pubblici chiusi. Lo ha detto il sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno, a margine della presentazione della mostra ‘L’Italia ricorda. La Repubblica Romana del 1849’ nell’ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
La festa nazionale per i 150 anni dell’Unità d’Italia va festeggiata con un giorno senza lezioni. Non ha dubbi il presidente dell’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità (Anp), Giorgio Rembado, che boccia cosi la presa di posizione del ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini secondo la quale la ricorrenza può essere celebrata anche in classe durante l’orario normale dedicando una particolare attenzione al quel momento storico. «Mi sembra – spiega Rembado – che la ricorrenza rivesta una tale importanza che occorre una particolare sottolineatura anche con un giorno di vacanza». Quanto alle preoccupazioni del Ministro sulla necessità di non perdere troppi giorni di lezione, secondo Rembado, che ne condivide in pieno lo spirito, «sono perfettamente recuperabili attraverso una compensazione eliminando un altro giorno di vacanza meno importante». Sulla necessità, infine, di «celebrare la ricorrenza in classe dedicando particolare attenzione e approfondimenti», Rembado ribadisce che «si può tranquillamente farlo in un altro momento, inserendo nella programmazione attività didattiche specifiche e affrontando il dibattito nei giorni precedenti o successivi alla Festa per sottolinearne la particolare rilevanza».