UNIVERSITà : SI RICOMINCIA!
Mentre l’università riposa d’estate si preparano le beffe d’autunno: la calma piatta che regna da troppo tempo non può durare in eterno. Affilano le armi rettori e sindacati, corporazioni accademiche e gruppi di potere: ma per molti il terreno da conquistare non è un disegno complessivo che renda l’Italia degna dell’Europa, ma qualche sub-emendamento alla Finanziaria, da presentare alle Camere sotto Natale contando che nessuno se ne accorga.
L’Italia non può assistere impotente alla bancarotta di università e ricerca; e se una maggioranza fragile e incoerente rende improbabile un provvedimento concreto, il ministro Mussi dovrà utilizzare il proprio potere di iniziativa per far uscire università e ricerca dalla sciagurata impasse che è sotto gli occhi di tutti. Nel nominare la Commissione Attali (che include Mario Monti e Franco Bassanini), Sarkozy ha messo lo sviluppo della ricerca al primo posto fra le precondizioni per accrescere la competitività dell’economia francese.
Se l’Italia non facesse altrettanto, sarebbe un incomprensibile suicidio. E’ dunque di vitale importanza spostare il baricentro del governo universitario dal controllo delle procedure alla valutazione dei risultati; frenare l’incontrollata proliferazione di sedi e frammentazione di insegnamenti; privilegiare il principio della qualità e del merito, sulla base di un senso alto della cultura e della scienza e dunque combattere la mediocrità che si sposa felicemente con la cultura del privilegio. Dal livello dell’università e della ricerca dipende una parte decisiva del destino del nostro Paese. Urge destinare più risorse al sistema e garantire l’efficacia e l’efficienza di tale spesa.