Vacanze: pienone per i b&b delle isole e costiere, ma Napoli in cadura libera a causa dei danni ambientali
Cifre più che rassicuranti, quelle diffuse dall’osservatorio di
Expedia. Ma gli operatori del settore sono ben lontani dal gridare al
miracolo, anzi, gettano subito acqua sul fuoco dell’entusiasmo. «Dati
risibili se non vengono analizzati secondo la giusta chiave di lettura
– chiarisce Ettore Cucari, presidente regionale Fiavet (Federazione
agenzie di viaggio) – l’impennata delle prenotazioni può anche essere
realistica, però parte da uno standard di riferimento già
sottodimensionato e, cosa ancora più importante, si riferisce soltanto
al last minute via internet. E noi sappiamo bene che il vero problema
dell’azienda turismo in Campania è un altro: non tanto la diminuzione
delle presenze, che per questo agosto non dovrebbe superare il 2-3 per
cento rispetto all’anno scorso, quanto il calo del fatturato.
Attestarci su una percentuale inferiore alle due cifre sarebbe un
successo, ma io non sarei troppo ottimista». Il boom dei soggiorni
prenotati all’ultimo minuto a prezzi stracciati, come è consuetudine
nel business vacanze, riesce dunque a riempire le camere d’hotel ma non
le casse degli albergatori napoletani e campani. Con le conseguenze
prevedibili sui posti di lavoro, che giocoforza diminuiscono
soprattutto sul fronte degli addetti stagionali. Tutt’altra musica per
i bed&breakfast, che si confermano formula vincente nelle località
di mare. «Ad Amalfi, a Sorrento e sulle isole – spiega Agostino
Ingenito, presidente dell’associazione di categoria Abbac – avremo un
aumento delle presenze del trenta per cento nel mese di agosto.
Napoli
città, invece, continua a darci pochissime soddisfazioni. Un dato
fisiologico, purtroppo. Il turista, se si trova a passare da noi in
piena estate, si ferma a dormire per una notte al massimo». Nota
dolente di una stagione in chiaroscuro, la «catastrofe» del mare
inquinato e la questione depuratore di Cuma, che ha messo in ginocchio
gli operatori dell’area flegrea. I primi a soffrire per la mazzata
ambientale sono i gestori dei lidi balneari, che dopo aver denunciato
un sostanzioso calo di affari (fino al 50 per cento in meno) tornano a
lanciare l’allarme. E lo fanno, questa volta, con il presidente
nazionale del sindacato di categoria (Sib) Riccardo Borgo: «Il bilancio
del primo scorcio d’estate – spiega – non è per nulla positivo. Anzi,
in alcune regioni d’Italia, per quanto riguarda le presenze in
spiaggia, abbiamo registrato flessioni superiori al trenta per cento.
Il Friuli Venezia Giulia e la Campania sono state quelle più
penalizzate. L’andamento dell’economia che frena indubbiamente i
consumi, una stagione estiva con condizioni atmosferiche altalenanti e
alcune situazioni contingenti sono la causa di un tale dato negativo.
Reggono meglio le città di mare più vicine ai grandi centri
residenziali. Quelle che si basano prevalentemente sul turismo sono
invece quelle che oggi soffrono di più».