Vacanze (poco spensierate) fra conti salati, trappole e multe da sballo
Niente “stato di pulizia”, se i rifiuti sommergono ormai la politica e i suoi dintorni. Più probabile lo “Stato di polizia”, senza “Stato” e tanta “polizia”, nel senso di controlli, verbali, multe, intercettazioni e verifiche multiple. In vacanza o no, scagli la prima pietra chi non ha questo genere di angustie. A cominciare da quelle che arrivano da Equitalia, agguerrito tribunale del fisco. Specie verso chi le tasse è abituato a pagarle, ed è più facilmente reperibile per ipoteche e ganasce.
I grandi evasori, quelli che ignorano totalmente il dovere fiscale, sono tutto un altro discorso. Quando capitano nella rete, l’evento – da ordinario che dovrebbe essere – diventa una notizia straordinaria.
Da prima pagina.
I “normali” siamo noi, quelli più facilmente bersaglio di ingiunzioni, ipoteche, ganasce e, naturalmente, conti salati lungo le sudate vie delle ferie.
Ma passiamo ad altri imprevisti di queste vacanze sempre meno tranquille e sicure. Non so a voi, ma ai “normali” capita sempre più spesso fare uno stop estivo breve e veloce con moglie o compagna al seguito. Ovvio: entro i limiti delle compatibilità economiche. Ma è sempre più un problema. A causa forse degli anni e dei riflessi un po’ rallentati, le ferie si concludono con una puntualissima coda finale. Imprevista quanto sgradita. Un tempo non capitava e oggi è, purtroppo, una tassa fissa, che inghiotte il gruzzoletto faticosamente risparmiato con il “tutto compreso”.
L’omnicomprensivo non esiste più. Tutto va in fumo, dopo il breve soggiorno al contagocce nella città d’arte o in qualche economico agriturismo. Quando, puntualissima, arriva la raccomandata in busta verde (ma non è detto che non ce ne siano altre). Già dal colore c’è da sospettare l’antifona, senza sbagliarvi. E’ una multa da pagare entro i termini perentori. Oppure, la sommetta niente male finirà sulla cartella delle imposte. Con more e connessi, senza sconti. Né c’è tempo da perdere: il turismo di limitate pretese può diventare di lusso, se non si fa attenzione al nuovo corso vacanziero con norme punitive incorporate.
Se vi trovate ad attraversare una città d’arte o un centro abitato più sperduto e anonimo, non distraetevi. Niente riflessi lenti da rilassamento vacanziero. Anche per un solo attimo, non dimenticate che le trappole sono ovunque. Pronte a scattare e a rendervi salatissimo il conto finale delle ferie e degli imprevisti. Né sperate che possa esservi di aiuto la segnaletica a cui ogni buon automobilista si affida. Quasi sempre indicazioni e cartelli sono obsoleti e sbiaditi o, più probabile, inesistenti. Fatti apposta per portare fuori strada o in divieto di transito il passante. Prima era un sospetto, ora una certezza: ogni città, piccola o grande che sia, magari inospitale e turisticamente carente, è tuttavia attrezzata alla perfezione per far scattare con tutta efficienza la trappola di multe e divieti. Che sono la risorsa quotidiana e aiutano a portare ossigeno nelle prosciugate casse comunali.
Grazie a un collaudato infallibile “grimaldello – succhiasoldi”, che incontreremo, prima o poi, lungo la strada, in città e fuori. Urge prenderne atto. Per salvare la tasca ed evitare sorprese post-ferie. Mentre il governo annuncia nuovi balzelli per le quattro ruote di lusso, voi che pensate di fare con la vostra utilitaria? Forse conviene rinunciare definitivamente all’auto. Sempre più costosa e imprevedibile per il traballante bilancio familiare. Fonte di guai per le nostre vacanze al risparmio.