Vaccinazioni: Noi Consumatori segnala le indicazioni del Ministero della salute.
La vaccinazione anti-influenzale è raccomandata alle seguenti categorie di persone:
soggetti in età infantile ed adulta affetti da:
a. malattie croniche debilitanti a carico dell’apparato respiratorio, circolatorio, uropoietico
b. malattie degli organi emopoietici
c. diabete ed altre malattie dismetaboliche
d. sindromi da malassorbimento intestinale
e. fibrosi cistica
f. altre malattie congenite o acquisite che comportino carente o alterata produzione di anticorpi
g. patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
soggetti al di sopra di 65 anni di età
soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo
personale di assistenza o contatti familiari di soggetti ad alto rischio
bambini reumatici soggetti a ripetuti episodi di patologia disreattiva che richiede prolungata somministrazione di acido acetilsalicilico, a rischio di sindrome di Reye in caso di infezione influenzale. La vaccinazione è controindicata per le persone con ipersensibilità alle proteine dell’uovo o ad altri componenti del vaccino, a meno di una attenta valutazione dei benefici in confronto ai possibili rischi, tenendo conto della possibilità di ricorrere alla chemioprofilassi con agenti antivirali (amantidina) in caso di effettiva necessità. La vaccinazione deve essere rinviata in caso di manifestazioni febbrili in atto. La campagna di vaccinazione anti-influenzale, sulla base delle indicazioni contenute nella Circolare sull’argomento emanata ogni anno dal Ministero della Salute, viene effettuata a cura dei Servizi di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali.
La vaccinazione rappresenta un atto di natura medica, di esecuzione pratica relativamente semplice da eseguirsi sotto la diretta responsabilità di un medico ed assicurando la immediata disponibilità di alcuni presidi essenziali di pronto intervento quali, ad esempio, cortisonici ed adrenalina. Pertanto, i vaccini sono sicuri se somministrati da personale qualificato rispettando norme di buona pratica (uso di vaccini conservati in modo appropriato, utilizzazione di siringhe sterili e monouso, rispetto delle vie e delle sedi di inoculazione prescritte) e tenendo conto di eventuali circostanze che possano controindicare, in maniera definitiva o temporanea, la vaccinazione. I vaccini utilizzati in Italia sono farmaci che rispettano le norme di produzione nazionali ed internazionali; inoltre ogni lotto di vaccino registrato e commercializzato in Italia viene sottoposto a controlli di sicurezza ed efficacia da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.
Non debbono essere vaccinati i soggetti che presentino alcune condizioni cliniche ritenute controindicazioni, assolute o temporanee, alle vaccinazioni. In generale, i vaccini a base di microrganismi viventi attenuati (es: antipoliomielitico orale, antimorbillo, antiparotite, antirosolia, antitubercolare), non devono essere somministrati a persone con alterazione del sistema immunitario quali: immunodeficienza congenita o acquisita, leucemie, linfomi, o in terapia con immunosoppressori (corticosteroidi, antineoplastici, antirigetto).La vaccinazione dovrebbe essere evitata durante trattamenti radianti o con chemioterapici, sia a causa di possibili complicazioni nel caso di vaccini a base di microrganismi viventi attenuati, che per la risposta anticorpale insufficiente in caso di vaccini inattivati o di anatossine o vaccini a sub-unità.I pazienti vaccinati durante un trattamento immunodepressivo o nelle due settimane precedenti l’inizio della terapia, sono da considerare come non vaccinati.Non sono stati definiti con assoluta certezza l’esatto quantitativo di corticosteroidi assorbiti e la durata del trattamento in grado di alterare e sopprimere il sistema immunitario di un bambino altrimenti sano.Si ritiene che la terapia con corticosteroidi non controindichi, di solito, la somministrazione di vaccini viventi quando è a breve termine (meno di due settimane) ed a basso dosaggio, oppure a lungo termine con somministrazioni a giorni alterni ovvero se si tratta di terapia di mantenimento o di applicazioni topiche.La terapia steroidea per aerosol non controindica la somministrazione di vaccini.Gli effetti di immunosoppressione possono essere molto vari, ma si ritiene che dosaggi equivalenti a 2 mg/kg o un totale di 20 mg/die di prednisone sono sufficientemente immunosoppressivi.Il vaccino antipolio orale è controindicato anche per i soggetti in buona salute, ma conviventi di persone immunodepresse.La condizione di sieropositività per HIV (quindi non l’AIDS conclamato) non costituisce in sé una controindicazione alla somministrazione di vaccini, anche se a base di virus viventi attenuati; l’OMS raccomanda di effettuare il prima possibile la vaccinazione antimorbillosa ai bambini HIV positivi, in quanto il rischio della malattia da virus selvaggio è molto più grande di qualsiasi rischio associato alla somministrazione del vaccino.I vaccini uccisi o inattivati possono essere somministrati a pazienti immunocompromessi; in questi casi la risposta alla vaccinazione può essere non ottimale.Tutti i vaccini per l’influenza sono raccomandati anche per i soggetti immunocompromessi ai dosaggi e calendari abituali.Alcuni vaccini, tra cui l’anti Hib e l’antipneumococco, sono specificamente raccomandati per alcuni gruppi di pazienti immunocompressi, tra cui quelli con asplenia anatomica o funzionale.Il vaccino antidifterico-tetanico-pertosse è controindicato in caso di encefalopatia comparsa entro 7 giorni dalla somministrazione di una precedente dose.I vaccini allestiti su uova embrionate di pollo o di anatra (es: antinfluenzale, antimorbilloso o antimorbillo-parotite-rosolia, antirabbico PDEV) non debbono essere somministrati a persone con allergia alle proteine delle uova; anche l’ipersensibilità accertata nei confronti di antibiotici costituisce una controindicazione all’uso di vaccini che ne contengano anche minime quantità come conservanti.La vaccinazione è inoltre controindicata in caso di reazione anafilattica ad una precedente dose dello stesso vaccino (la Circolare n° 9 del 26 marzo 1991).
Quando un vaccino o un tossoide deve essere necessariamente somministrato ad una gestante, rinviarne la somministrazione fino al secondo o terzo trimestre è una ragionevole precauzione per ridurre ogni preoccupazione nei confronti dei possibili effetti negativi sul feto.Tutti i vaccini a virus viventi attenuati, se possibile, dovrebbero essere evitati e sostituiti con vaccini a virus uccisi. Lo stato di gravidanza rappresenta una controindicazione assoluta alla somministrazione del vaccino antirosolia, per la possibilità (peraltro da alcuni considerata teorica) di sindrome da rosolia congenita; ugualmente controindicati sono il vaccino antimorbilloso ed antiparotite, che possono però essere somministrati ai bambini figli o conviventi-contatti di donne gravide, in quanto la dispersione virale da parte dei vaccinati è scarsa, intermittente ed incapace di provocare infezione nei contatti, a meno della coesistenza di uno stato di alterata immunocompetenza.
Per una donna in età fertile che si vaccini contro la rosolia è raccomandato aspettare almeno tre mesi prima di avviare una gravidanza.
Il vaccino antipolio orale può essere somministrato anche alle donne in gravidanza, con precauzioni, in caso di rischio imminente di infezione da virus selvaggio; è comunque preferibile utilizzare il vaccino antipolio inattivato (IPV).Possono essere usati in gravidanza il vaccino antidifterico-tetanico e l’antinfluenzale.Lo stato di gravidanza non rappresenta una controindicazione alla somministrazione di immunoglobuline, che sono anzi indicate in alcune specifiche circostanze (es: contatti precoci con persone affette da rosolia).
E’ innanzitutto opportuno distinguere tra popolazione adulta e bambini.
In Italia sono obbligatorie, per tutti i nuovi nati, le seguenti vaccinazioni:
antidifterica (L. 6 giugno 1939 n° 891 – L. 27 aprile 1981 n° 166);
antitetanica (L. 20 marzo 1968 n° 419);
antipoliomielitica (L. 4 febbraio 1966 n° 51);
antiepatite virale B (L. 27 maggio 1991 n° 165).
Le vaccinazioni antidifterica ed antitetanica possono essere somministrate utilizzando vaccino combinato antidifterico-tetanico (DT), vaccino combinato antidifterico-tetanico-pertossico (DTaP) o una qualsiasi delle combinazioni vaccinali attualmente disponibili sul mercato: DTaP-Hib-IPV; DTP-Hib-IPV-Epatite B.Il ciclo delle vaccinazioni inizia, secondo il calendario stabilito dalle leggi, al 3° mese di vita e prevede la somministrazione di tre dosi dei vaccini DT o DTP, antipoliomielitico iniettabile (IPV) ed antiepatite B, entro il compimento del 12° mese di vita, secondo il calendario di seguito riportato, recentemente modificato con il nuovo Piano Nazionale Vaccini 2005-2007 (Suppl. Ordinario alla Gazzetta Ufficiale del 14 aprile 2005). I vaccini possono essere somministrati simultaneamente; numerosi studi hanno dimostrato che non esistono interferenze che possano compromettere l’efficacia della risposta immunitaria in caso di somministrazione contemporanea dei vaccini comunemente usati per l’immunizzazione dei bambini. Per ottenere un rinforzo a lungo termine dell’immunità conferita dal ciclo primario, si raccomanda che una dose di richiamo di vaccino DT o DTaP venga effettuata in età pre-scolare (5-6 anni). La vaccinazione contro la pertosse, contro il morbillo, la parotite, la rosolia e quella contro le forme invasive da Haemophilus influenzae b (Hib) sono invece raccomandate; come già detto, il vaccino contro la pertosse può essere somministrato in associazione con il DT o con altri antigeni, usando vaccini combinati.Anche le vaccinazioni contro il morbillo, la parotite e la rosolia possono essere somministrate, oltre che in forma singola, con il vaccino combinato (MPR), entro il 24° mese di vita e, preferibilmente, al 13° – 15° mese (Circolare n. 12 del 13 luglio 1999 e Piano Nazionale Vaccini 2005-2007). La vaccinazione contro le infezioni invasive causate dallo pneumococco è raccomandata per i bambini, di età inferiore a 5 anni che presentino alcune condizioni che li espongono a maggior rischio (vedi circolare n. 11 del 19 novembre 2001 ).
Prendendo in considerazione la popolazione adulta, alcune vaccinazioni sono obbligatorie per determinate categorie di persone e di lavoratori:
la vaccinazione antitetanica è obbligatoria, oltre che per tutti gli sportivi affiliati al CONI, per i lavoratori agricoli, i metalmeccanici, gli operatori ecologici, gli stradini, i minatori e gli sterratori etc., secondo l’elenco riportato nella Legge del 5 marzo 1963, n° 292; il DPR n. 464 del 7 novembre 2001 ha recentemente modificato la cadenza con cui effettuare i richiami periodici della vaccinazione, cadenza peraltro già da tempo suggerita con alcune circolari del Ministero della Salute, di cui l’ultima è la circolare n.16 dell’11 novembre 1996 ;
le vaccinazioni antimeningococcica, antitifica, antidiftotetanica, antimorbillo-parotite-rosolia sono obbligatorie per tutte le reclute all’atto dell’arruolamento (Decreto del Ministro della Difesa del 19 febbraio 1997, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 96 del 26 aprile 1997).
La vaccinazione antitifica era obbligatoria per gli addetti ai servizi di approvvigionamento idrico, ai servizi di raccolta e distribuzione del latte, ai servizi di lavanderia, pulizia e disinfezione degli ospedali, per le reclute, e per altri lavoratori, ma tale obbligo è cessato con l’abrogazione del D. C. G. 2 dicembre 1926 e dell’art. 38 del D.P.R. 26 marzo 1980 n° 327, ad opera rispettivamente dell’art. 32 della Legge 27 dicembre 1997, n. 449 e dell’art. 93 della Legge 27 dicembre 2000, n° 388; l’art. 93 della legge 388/2000, comunque, conferisce alle Regioni, in casi di riconosciuta necessità e sulla base della situazione epidemiologica locale, la possibilità di disporre l’esecuzione della vaccinazione antitifica in specifiche categorie professionali.
La vaccinazione antitubercolare (BCG) era obbligatoria, secondo la legge 14 dicembre 1970 n° 1008, per il personale medico ed infermieristico, per le persone conviventi con soggetti affetti da tubercolosi, per i ragazzi di età di compresa tra 5 e 15 anni residenti in zone depresse ad elevata morbosità tubercolare (indice tubercolinico maggiore del 5% nei bambini di 6 anni), per le reclute all’atto dell’arruolamento; il DPR n° 465 del 7 novembre 2001, emanato ai sensi dell’ art. 93 della Legge 27 dicembre 2000, n. 388, ha stabilito che la vaccinazione antitubercolare è ora obbligatoria soltanto per il personale sanitario, gli studenti in medicina, gli allievi infermieri e chiunque, a qualunque titolo, con test tubercolinico negativo, operi in ambienti sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multifarmacoresistenti, oppure che operi in ambienti ad alto rischio e non possa essere sottoposto a terapia preventiva, perché presenta controindicazioni cliniche all’uso di farmaci specifici.
Oltre alle vaccinazioni obbligatorie, esistono anche vaccinazioni raccomandate per alcune categorie professionali considerate maggiormente a rischio per talune infezioni ovvero per alcune categorie di persone suscettibili di andare incontro a serie complicazioni in caso di infezione. La vaccinazione contro l’epatite virale B è raccomandata, e offerta gratuitamente, agli operatori sanitari e al personale di assistenza degli ospedali e delle case di cura private, alle persone conviventi con portatori cronici del virus dell’epatite B, agli operatori di pubblica sicurezza, ai politrasfusi e agli emodializzati e a tutte le altre categorie indicate nel D.M. del 4 ottobre 1991; l’aggiornamento del protocollo per l’esecuzione della vaccinazione contro l’epatite virale B è stato effettuato con il D.M. 20 novembre 2000 , con relativa circolare esplicativa n. 19 del 30 novembre 2000. La vaccinazione contro l’influenza è raccomandata a tutte le persone di età superiore a 65 anni e a coloro che sono sofferenti di malattie croniche e debilitanti a carico dell’apparato cardiovascolare, broncopolmonare, renale etc., nonché agli addetti a servizi di pubblica utilità (Circolari emanate annualmente). La vaccinazione contro le infezioni da pneumococco è consigliabile alle persone di età superiore a 65 anni o sofferenti di malattie croniche e debilitanti a carico dell’apparato cardiovascolare, broncopolmonare, renale, o con asplenia (mancanza della milza) funzionale o a seguito di intervento chirurgico. La vaccinazione antitifica, così come quella antiepatite virale A e B, l’antipoliomielitica, l’antitetanica, l’antimeningococcica, l’antirabbica e quella contro la febbre gialla possono essere indicate per i viaggiatori che si rechino all’estero in zone endemiche o comunque considerate a rischio, dopo avere effettuato una attenta valutazione della tipologia del viaggio e della destinazione dello stesso. La vaccinazione contro la febbre gialla o antiamarillica è raccomandata nel caso di viaggi in alcune zone del mondo in cui la malattia è endemica, ed è richiesta obbligatoriamente per l’ingresso in alcuni Paesi (vedi speciale febbre gialla).
Il regime d’obbligo, comunque, non costituisce necessariamente una classificazione di maggior pericolosità delle malattie per la cui prevenzione vengono effettuate, rispetto alla sola raccomandazione; piuttosto, l’obbligatorietà è stata determinata da particolari atteggiamenti culturali storicamente presenti al momento della loro introduzione.
Ciò è ben rappresentato dalla gratuità di tutte le vaccinazioni effettuate nell’interesse della salute pubblica e nell’obbligo della loro offerta attribuito ai Servizi territoriali, come previsto dalla Circolare n° 13 del 6 giugno 1995 e dalla definizione, ad opera del Piano Sanitario Nazionale 1998-2000, di obiettivi per la prevenzione di alcune malattie infettive, esemplificabili nel raggiungimento in tutti i bambini di età inferiore a 24 mesi di coperture vaccinali non inferiori al 95% per difterite, tetano, poliomielite, epatite B, morbillo, parotite, pertosse, rosolia, infezioni invasive da Hib e nelle persone al di sopra dei 64 anni di coperture non inferiori al 75% per influenza.
Calendario delle vaccinazioni per l’età evolutiva
Vaccino | Età | ||||||||||||
nascita | 3°mese1 | 4°mese | 5°mese | 6°mese | 11°mese | 13°mese | 15°mese | 24°mese | 36°mese | 5-6anni | 11-12anni | 14-15anni | |
DTP | DTaP | | DTaP | | DTaP | | | DTaP | Tdap | ||||
IPV | IPV | | IPV | | IPV | IPV | |||||||
Epatite B | HB2 | HB | | HB | | HB | | ||||||
Hib | Hib | Hib | Hib | | |||||||||
MPR | MPR14 | MPR25 | |||||||||||
PCV | PCV3 | ||||||||||||
Men C | Men C6 | ||||||||||||
Varicella | | | | | Varicella7 | Varicella8 |
LegendaDTaP: vaccinazione antidifterico-tetanico-pertossicaTdap: vaccino difto-tetanico-pertossico acellulare per adulti IPV: vaccino antipoliomielitico iniettabile – inattivatoHB: vaccino antiepatite BHib: vaccino contro le infezioni invasive da Haemophilus influenzae bMPR: vaccino antimorbillo-parotite-rosoliaPCV: vaccino pneumococcico coniugato eptavalenteMen C: vaccino meningococcico C coniugato Note
- Per terzo mese di vita si intende il periodo che intercorre dal compimento del 61° giorno di vita fino al 90° giorno di vita, ovvero dal compimento della 8a settimana di vita fino alla 12a settimana di vita
- Nei nati da madre HBsAg positiva si somministrano contemporaneamente, entro 12-24 ore dalla nascita ed in siti separati, la prima dose di vaccino (HB) e una dose di immunoglobuline specifiche anti-epatite B (HBIG). Il ciclo va completato da una seconda dose a 4 settimane dalla prima, da una terza dose dopo il compimento dell’ottava settimana (può coincidere con la prima somministrazione del ciclo normale) e da una quarta dose all’11° mese (può coincidere con la 3a dose del ciclo normale)
- Vaccino pneumococcico coniugato eptavalente: programmi di ricerca attiva e vaccinazione dei soggetti a rischio elevato; per gli altri soggetti vaccinazione in base a specifici programmi regionali
- E’ possibile la co-somministrazione al 13° mese della prima dose del vaccino MPR e della terza dose dei vaccini DTaP, IPV, HB e Hib
- MPR2: seconda dose ovvero dose di recupero (Piano nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita – G. U. s. g. n. 297 – suppl. ord. N. 195 del 23/12/03)
- Vaccino meningococcico C coniugato: programmi di ricerca attiva e vaccinazione dei soggetti a rischio elevato; per gli altri soggetti vaccinazione in base a specifici programmi regionali
- Varicella: limitatamente alle Regioni con programmi vaccinali specifici in grado di garantire coperture superiori all’80%
- Varicella: programmi di ricerca attiva e vaccinazione degli adolescenti con anamnesi negativa per varicella
Non esiste una graduatoria di importanza che comporti il diverso regime di obbligatorietà o facoltatività delle vaccinazioni. Ragioni storiche ed epidemiologiche hanno condizionato la scelta dell’obbligatorietà per l’infanzia della vaccinazione antipoliomielitica e antidifterica-antitetanica (manifestazioni epidemiche, elevata incidenza, letalità, esiti invalidanti). Gli orientamenti attuali propendono per regimi basati sul consenso e sulla partecipazione della popolazione a programmi di prevenzione collettiva (Circolare n° 13 del 6 giugno 1995). E’ comunque da tenere presente che anche nei Paesi in cui le vaccinazioni per l’infanzia sono facoltative, esistono dei metodi indiretti per assicurare le coperture vaccinali giudicate necessarie per il raggiungimento degli obiettivi fissati (eradicazione o eliminazione della malattia), come ad esempio la richiesta della certificazione di avvenuta vaccinazione per l’ammissione a scuola o a collettività infantili, quali asili nido, centri ricreativi, etc… |
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Sono gratuite, presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, le vaccinazioni obbligatorie e le vaccinazioni raccomandate con atti formali del Ministero della Salute (decreti ministeriali, circolari) e delle Regioni (ordinanze, deliberazioni delle Giunte regionali e Leggi Regionali). L’articolo 1, comma 16 bis della legge 23 dicembre 1994 n° 724 (legge finanziaria per il 1995) ha inoltre disposto che “sono altresì esenti (da partecipazione alla spesa sanitaria, n.d.r.) le prestazioni diagnostiche e terapeutiche, comprese le vaccinazioni di comprovata efficacia”. Il Ministero della Salute ha di conseguenza emanato la Circolare n° 13 del 6 giugno 1995 affinché le Regioni diano concreta applicazione alle disposizioni della legge 724/1995, includendo le vaccinazioni facoltative contro morbillo, parotite, rosolia, influenza, Hib, nei rispettivi Piani Sanitari Regionali. |
soprattutto qualora si verifichino superinfezioni batteriche, può essere responsabile di serie complicanze, nonché di un eccesso di mortalità nelle categorie di soggetti maggiormente a rischio in ragione dell’età avanzata o della pre-esistenza di condizioni morbose predisponenti. |