"Vaffa" è una parola ormai d’uso comune, ma non si osi dirlo al vicino di casa!
Il “vaffa” detto ad un vicino di casa può costare davvero caro e, soprattutto costituisce reato, nonostante sia ormai diventato “di uso comune”. A questa decisione è giunta la Corte di Cassazione con una
sentenza del 28 gennaio 2010, con cui ha accolto il ricorso della procura di Ancona
presentato contro l’assoluzione decisa dal Giudice di Pace nei confronti di un cittadino che aveva gridato un “vaffa” nei
confronti di un vicino di casa.
Nonostante la stessa Cassazione affermi che si tratta di una parola “ormai diventata di uso comune”, la Suprema Corte afferma che il fatto è diverso se la parolaccia è detta tra vicini
di casa. “Proprio
perchè – si legge in sentenza – coinvolge la vita di relazione
quotidiana tra vicini di casa la parola “vaffa”, non perde la valenza
spregiativa dell’onore che contiene in sè. Infatti, i rapporti di
vicinato devono essere improntati ad un maggiore rispetto reciproco tra
le persone perchè altrimenti inducono ad una impossibilità di
convivenza che invece è necessitata dalla quotidiana relazione nascente
dal fatto abitativo, e che deve essere garantita”.