Questa volta andranno via davvero. I due pm simbolo delle inchieste sui rifiuti smetteranno di fare i pm e saranno giudici: uno, Giuseppe Noviello, al Tribunale di Perugia; l’altro, Paolo Sirleo, a quello di Cassino, presumibilmente nel settore civile. Tutto definito, dunque, anche se manca ancora l’ok del plenum del Csm.
In Procura si chiude dunque, stavolta definitivamente, un ciclo: i due magistrati avevano già presentato domanda di trasferimento nel 2009, ma poi la vicenda si era conclusa con un nulla di fatto. Unanimemente considerati tra i pm più preparati sulla normativa che riguarda i rifiuti, Giuseppe Noviello Paolo Sirleo hanno coordinato le inchieste più note (e più delicate) sull’argomento: quella sui presunti illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti, ora definita per comodità «processo Bassolino» dal nome dell’imputato più noto; quella simile nei contenuti, ma relativa ad anni più recenti, che ha visto coinvolgimento di Alessandro Pansa e Guido Bertolaso ed è finita a Roma dopo polemiche e veleni a non finire; quella sulle presunte irregolarità nei collaudi degli impianti di cdr, per la quale è in corso l’udienza preliminare; il gup Egle Pilla dovrebbe decidere il 28 aprile sulle richieste di rinvio a giudizio di docenti universitari e funzionari pubblici.
Alla base della decisione di chiedere il trasferimento, probabilmente, oltre a ragioni personali ci sono anche delusioni e stanchezza. Stanchezza, si può immaginare, per il processo Bassolino, al quale si è giunti con grande lentezza e che con altrettanta lentezza sta procedendo, tra astensioni, rinvii, lunghi esami e controesami di centinaia di testi. Che però non sempre arrivano, com’è accaduto nell’udienza di mercoledì scorso: ne erano attesi 62 per 31 parti civili, non se n’è presentato nessuno e si è scoperto che la stragrande maggioranza non era stata neppure citata; i testi sono stati dichiarati decaduti ma, ovviamente, si è perso altro tempo; la prescrizione di tutti i reati si fa sempre più vicina. Il processo si celebra al bunker: una scelta adottata all’inizio dal presidente del Tribunale, Carlo Alemi, per consentire la partecipazione dei numerosi avvocati non solo della difesa, ma soprattutto delle parti civili. Ora, trascorsi tre anni dall’inizio del processo, gli avvocati che prendono parte alle udienze sono sempre di meno; loro stessi avevano avanzato la richiesta di tornare a Palazzo di giustizia, sede meno scomoda e logisticamente più valida: ma la richiesta è stata respinta perché sarebbe complicatissimo riportare in Tribunale tutti i faldoni del processo. Stanchezza, dunque, ma anche delusioni. Lo strappo con il procuratore sull’inchiesta Rompiballe» non è mai stato davvero ricucito. I due pm avevano intenzione di chiedere il rinvio a giudizio anche dell’ex prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, e dell’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Lepore si oppose, stralciando le due posizioni: nacque così uno scontro che approdò al Csm, il quale dette ragione a Noviello e Sirleo stabilendo che, di fatto, il fascicolo era stato loro revocato. In quella circostanza, probabilmente, i due pm si aspettavano maggiore attenzione e solidarietà da parte dei colleghi; è facile immaginare che, da quel momento in poi, si sono sentiti isolati. Il trasferimento dovrebbe arrivare tra meno di un anno. La speranza che, per allora, almeno il processo principe si sia concluso.