‘Variante mai vista’. Forse 2000 casi ad oggi
Sinora nessun caso di infezione da E. Coli relativo al focolaio in Germania ‘ stato registrato nel nostro Paese. In Italia si può mangiare come sempre verdura e frutta cruda dopo averla lavata accuratamente e ”solo chi deve recarsi nel Nord della Germania eviti di mangiare frutta e verdura cruda e non beva acqua di rubinetto”. Lo afferma in una nota il ministro della Salute Fazio che fa il punto della situazione grazie al contributo dell’Istituto superiore di sanità che ha contribuito a identificare le caratteristiche del ceppo responsabile del focolaio epidemico in Germania. “La situazione è sotto controllo – afferma Fazio – non deve generare allarmismi e non deve modificare le nostre abitudini alimentari, a cominciare dal consumo di verdura e frutta cruda dopo averla lavata. Abbiamo allertato le Regioni, le strutture sanitarie e gli uffici sanitari alle frontiere, responsabili dei controlli sulle importazioni alimentari”.
Fazio ha ricordato che in Italia c’é “un efficiente sistema di sorveglianza, in grado di segnalare e curare tempestivamente eventuali casi. Sinora non è giunta alcuna segnalazione di infezione da parte di questo ceppo di batterio E.coli, né nella popolazione italiana residente, né in turisti provenienti dalla Germania”. “Poiché la quasi totalità dei casi di infezione è circoscritta alla zona di Amburgo, consiglio solo ai cittadini italiani che debbono proprio recarsi nel Nord della Germania di non consumare in loco verdura e frutta crude e di non bere acqua di rubinetto, finché la causa dell’epidemia non sarà stata accertata. Queste particolari precauzioni non sono necessarie per la popolazione italiana, per la quale sono sufficienti le normali norme igieniche già ampiamente pubblicizzate: lavare le mani, la frutta e la verdura prima di mangiarla”. Lunedì prossimo affronteremo il caso nel vertice dei Ministri della Salute europei già previsto a Lussemburgo e mercoledì terremo una riunione con gli assessori regionali alla Sanità”.
LE CONDIZIONI POSTE DA MOSCA – La Russia ha posto diverse condizioni per togliere il divieto all’importazione di verdure fresche dall’Unione europea a causa dell’epidemia mortale dovuta al batterio killer E. Coli. Con un comunicato, l’agenzia russa di difesa dei consumatori chiede che “le strutture competenti” in Germania o nell’Unione Europea confermino le cause dell’epidemia oltre a stabilire come quest’ultima si è propagata e attraverso quali alimenti. Mosca chiede inoltre agli europei di provare che la situazione è sotto controllo e di pubblicare una lista delle misure prese per bloccare la diffusione dell’epidemia che ha provocato la morte di 18 persone in Europa, di cui 17 nella sola Germania.
ALLARME DELL’OMS
di Marco Galdi
Monta la psicosi in Europa per il batterio killer. Per l’Oms è “una variante nuova, estremamente contagiosa e tossica” il ceppo di Escherichia Coli identificato come 0104:H4 che si è scatenato ad Amburgo e che finora ha ucciso 18 persone, di cui 17 in Germania ed una in Svezia, e rischia di provocare nuove tensioni commerciali in Europa. La Russia ha deciso di bloccare l’import di frutta e verdura. Spagna e Portogallo, accusate ingiustamente di essere la causa dell’epidemia, vogliono chiedere il rimborso per i danni subiti dai loro agricoltori. A lanciare l’allarme sul ceppo di E.Coli che può provocare la mortale sindrome emolitico-uremica (Seu) è stata l’Organizzazione mondiale della Sanità, specificando che la variante individuata negli ultimi test di laboratorio ha geni che la rendono “resistente ad alcune classi di antibiotici” e che finora non era mai stata “individuata prima in un focolaio di infezione”.
La scoperta è stata fatta da scienziati cinesi del Genomics Institute di Pechino che hanno effettuato esami da campioni provenienti dalla Germania. Un dato che da solo dimostra come quello del batterio-killer sia caso che preoccupa le autorità sanitarie di tutto il mondo. Le persone contagiate in Europa al 31 maggio per l’Oms sono ufficialmente 1.614 (di cui 1534 in Germania e 470 hanno sviluppato la Seu), ma secondo altre fonti sanitarie tedesche il totale sarebbe già a quota 2.000. La preoccupazione monta, l’Oms ha registrato casi ormai in una decina di paesi, ed il consumo di ortaggi crolla, anche se le autorità nazionali – comprese quelle italiane – lanciano messaggi rassicuranti. Secondo la Commissione europea, per bocca della responsabile della Direzione generale della Sanità, Paola Testori Coggi, ad essere “preoccupante” è “la situazione nella zona nord della Germania, non per tutta l’Europa”. La certezza finora è che tutte le vittime dell’epidemia sono passate per Amburgo. Il focolaio del contagio sarebbe quindi circoscritto. Ma mentre da una parte è chiaro che all’ origine del problema non ci sono i cetrioli spagnoli, inizialmente messi sotto accusa dalle autorità tedesche e già ufficialmente ‘scagionati’ ieri, dall’altra è chiaro pure che la fonte dell’infezione non è stata ancora identificata. Nell’incertezza, l’agenzia per la protezione dei consumatori di Mosca ha deciso di bloccare tutte le importazioni di frutta e verdura dai paesi dell’Unione europea in Russia. La decisione è stata immediatamente giudicata “sproporzionata” dalla Commissione europea. Bruxelles ha chiesto spiegazioni ufficiali per una scelta che può provocare seri danni economici. “Non c’é particolare pericolo sulla frutta e sui legumi che vengono dalla Unione europea” ha detto Frederic Vincent, portavoce del Commissario europeo per la salute John Dalli, rilevando come l’Ue sia il primo fornitore di frutta e verdura per la Russia, ma anche come questa sia il primo mercato per l’export orto-frutticolo europeo, un mercato che vale fra i 3 ed i 4 miliardi di euro all’anno. E proprio per limitare i danni al settore agricolo, il premier spagnolo Zapatero ha definito “errore clamoroso” le affrettate dichiarazioni delle autorità tedesche nei primi giorni dell’epidemia. Zapatero ha anche annunciato che chiederà i danni, senza però precisare se Madrid esigerà la compensazione al governo tedesco o all’Unione europea, a sua volta accusata di essere stata lenta nella reazione. Sulla sua scia si è messo il ministro portoghese dell’Agricoltura, Antonio Serrano: “La Spagna è il paese più colpito, ma anche il Portogallo è stato molto danneggiato”.