Venezia, toccò il seno della barista per scherzo: violenza sessuale
Anche la palpata fatta «come gesto
scherzoso» va punita come violenza sessuale. Lo ha sancito la Corte di
Cassazione confermando la condanna a 10 mesi di reclusione (pena
sospesa) inflitta lo scorso anno dalla Corte d’Appello di Venezia ad un
quarantenne, Enrico B., finito sotto processo per aver molestato una
barista. La ragazza si era sottoposta ad un intervento di chirurgia
plastica al seno ed Enrico B., «per verificare gli esiti» del ritocco
l’aveva presa sulle ginocchia e le aveva palpeggiato il seno dicendole:
«nessuno ha il coraggio di farlo, lo faccio io»; per poi emettere la
pagella sul “ritocco”: «Tutto qua? Non sei un granché», aveva concluso.
La Suprema Corte scrive che «nella nozione di atti sessuali debbono
farsi rientrare tutti quelli che siano idonei a compromettere la libera
determinazione della sessualità della persona e ad invadere la sua
sfera sessuale con modalità connotate dalla costrizione». Tra gli atti
puniti dall’art. 609 bis del codice penale, si legge nella sentenza,
«vanno ricompresi anche quelli insidiosi e rapidi, purché ovviamente
riguardino zone erogene su persona non consenziente». Ad esempio
«palpamenti, sfregamenti, baci», elencano i giudici.