Via alle svendite ma le griffe non fanno sconti. Al Vomero ribassi fino al 50 per cento, Chiaia aspetta i saldi del 2 gennaio
Vendite promozionali in anticipo per esorcizzare la crisi economica. Ma
anche per tentare di risollevare le sorti del commercio, che sembra
colare a picco nei giorni delle festività natalizie. Le anticipazioni
dei saldi sono partite, due giorni fa, nei negozi del centro
commerciale Vomero-Arenella, che hanno aderito alla circolare firmata
dall’assessore regionale al Commercio Riccardo Marone. Un provvedimento
che ha consentito di anticipare anche di quaranta giorni le consuete
svendite del periodo invernale. «In realtà si tratta solo di vendite
promozionali e non di saldi veri e propri – precisa Vincenzo Perrotta,
presidente del centro commerciale collinare – poiché i saldi ufficiali
partiranno il 2 gennaio, come tutti gli anni. Ma abbiamo scelto di
aderire alla richiesta che la Federmoda Confcommercio Napoli ha
inoltrato all’assessore Marone per cercare di recuperare quanto perso
in termini di fatturato. Quest’anno, infatti, si è registrato il
30%-35% in meno di fatturato, specie nei settori pelletteria e
abbigliamento». Per venire incontro dunque, alle esigenze dei
consumatori gli sconti sono partiti domenica mattina nei negozi Coin,
Oviesse, Promood, Benetton, Cannella, Nike, «ma anche nella piccola
distribuzione», precisa Perrotta. «In questo modo – rimarca il
responsabile del centro commerciale Vomero-Arenella – puntiamo a
recuperare un 2%-3% di fatturato, vale a dire circa un milione di
euro». Gli sconti praticati negli esercizi commerciali del quartiere
collinare variano dal 20% al 30%, con qualche negozio che applica anche
ribassi del 50%. Ma mentre in collina è già tempo di saldi, nelle
strade del centro sono ancora in pochi i negozi che hanno scelto di
aderire al provvedimento firmato dall’assessore regionale al Commercio.
Fatta eccezione per i tanti outlet che spopolano tra i consumatori, in
gran parte delle vetrine di via Toledo se ne vedono ben pochi di
cartellini con sconti. Gli stessi franchising come Alcott mettono
ancora in vendita capi a prezzo pieno. Lo stesso dicasi per i magazzini
del cosiddetto salotto buono. Da via Chiaia a via dei Mille le griffe
come Fendi, Furla, Alviero Martini, Rubinacci, Blugirl, Trussardi e
Eddy Monetti non hanno anticipato saldi né vendite promozionali che dir
si voglia. «Preferiamo rispettare le regole – tuona Nino De Nicola,
presidente delle Nuove Botteghe dei Mille – poiché anticipare o meno di
qualche giorno i saldi non risolve il problema. È chiaro a tutti che la
crisi investe consumatori ed esercenti. Piuttosto che far partire
svendite promozionali pochi giorni prima della partenza ufficiale dei
saldi, bisognerebbe organizzare un tavolo di discussione con i vari
soggetti coinvolti, a partire dalle istituzioni, per studiare una seria
politica di gestione del commercio. Non è un caso – insiste De Nicola –
che negozi storici come Knight a piazza dei Martiri abbiano chiuso dopo
150 anni di attività. Molti esercenti non riescono a mantenere le spese
di gestione». Nero, secondo il presidente delle Nuove Botteghe dei
Mille, il quadro del Natale appena passato. «Abbiamo avuto un calo del
20%-30%, dovuto anche al traffico, alla carenza di parcheggi, alla
mancata attuazione di una zona a traffico limitato, che il Comune ci ha
concesso solo il sabato, penalizzando soprattutto i consumatori».