Vicenza, ganasce al pulmino per disabili. Un imprenditore accusa Equitalia
C’era una volta il ricco nord est. Un ricordo sfocato perché,
dall’inizio della crisi, il numero di piccole aziende in crisi è
aumentato esponenzialmente anche in Veneto. E, quando i conti vanno in
rosso, puntualmente cominciano le pendenze con Equitalia. Cartelle
esattoriali, pignoramenti e fermi amministrativi. Il fatto però che le
ganasce siano applicate a un pulmino per il trasporto dei disabili fa un
certo effetto, soprattutto se il mezzo serve a trasportare dei ragazzi
in carrozzina per conto dell’Usl 5 di Valdagno. La denuncia arriva da
Moreno Dal Pian, un imprenditore di autotrasporti di trasporti a
Sovizzo, nel vicentino, che da qualche mese ha vinto una gara d’appalto
con l’azienda sanitaria ma non può effettuare il trasporto perché
l’unico mezzo attrezzato per la mobilità dei disabili è stato bloccato
con un fermo amministrativo. E i ragazzi con difficoltà motorie
rischiano di restare a piedi.
Dal Pian ha con Equitalia un debito importante, tra tasse non pagate e
interessi circa 200mila euro. Non è però un evasore: «Io lavoro con gli
enti locali e ho sempre dichiarato tutto, fino all’ultimo centesimo. Il
problema è che due anni fa la mia azienda è entrata in crisi e non ho i
soldi per pagare le tasse arretrate. Ma a me sono arrivate le cartelle
perché al fisco non ho mai nascosto nulla», spiega l’imprenditore. Due
anni fa, su richiesta di una Cassa rurale e di Equitalia, gli viene
anche pignorata la casa. La sua storia rischia di finire come quella di
tanti altri piccoli imprenditori strozzati dai debiti che decidono di
farla finita, «ho anche provato a… No, non voglio nemmeno dirla quella
parola lì», racconta. La Federcontribuenti di Padova però gli viene in
soccorso, e manda una lettera alla banca sostenendo che «il debito è
stato gonfiato di 70mila euro, perché sono stati applicati tassi da
usura». Dal Pian riprende la sua attività e vince una gara d’appalto con
l’Asl 5 di Valdagno: 70mila euro per trasportare alcuni ragazzi
disabili tutte le mattine fino all’ospedale. «Purtroppo però ho un solo
mezzo che soddisfa tutti i requisiti tecnici per questo tipo di
trasporto, ed è posto sotto sequestro». Stando alle carte dell’agenzia
di riscossione il mezzo vale 4mila euro ed è stato bloccato per una
cartella che ne vale 30mila. «Ho provato a chiedere la rateizzazione di
questa cartella, perché con i soldi dell’appalto potrei rateizzare
almeno questa cartella. Per un mezzo del valore di 4mila euro rischio di
perderne 70mila che mi servirebbero per ripagare una parte del debito e
a dare lavoro a quattro autisti». La risposta di Equitalia però è
negativa, e l’azienda sanitaria è costretta a concedere una proroga a
Dal Pian, che scadrà il primo novembre. E si ripresenta lo stesso
paradosso di tanti altri piccoli imprenditori: hanno un debito che va
saldato, ma non possono riprendere l’attività perché i pignoramenti
bloccano gli impianti necessari per riprendere a fatturare. E, intanto,
il debito aumenta.
A fianco di Del Pian si è schierato il deputato regionale dell’Udc
Antonio De Poli, che accusa Equitalia di «essere un Caterpillar» e di
non «usare il buon senso». «A subire questa decisione non sarebbe
soltanto l’azienda indebitata, ma anche i disabili che beneficiano del
servizio», prosegue De Poli. Anche Marco Paccagnella, presidente di
Federcontribuenti, si schiera con l’imprenditore: «La vicenda è al
limite dell’assurdo, stanno cercando in tutti i modi di non far lavorare
un nostro associato». Equitalia nord però rimanda le accuse al
mittente: «Il veicolo fermato è intestato a Del Pian, non alla srl che
lavora con l’Asl. Non ci risulta – continua la nota dell’agenzia di
riscossione – che sia stata fatta richiesta di rateizzare il debito».
Dall’Asl 5 la direttrice dei servizi sociali, Antonella Pinzauti, fa
sapere che «l’azienda sanitaria ha già pronto un piano di emergenza per
non arrecare disagi alle famiglie».