Vieni via con me, Cda Rai: “Spazio ai pro vita”. No di Fazio e Saviano
Il consiglio di amministrazione di Viale Mazzini ha approvato un ordine del giorno per far replicare nell’ ultima puntata le associazioni per la vita rispetto agli interventi di Beppino Englaro e Mina Welby. Opposizione spaccata in Cda. Gli autori: “Imposizione inaccettabile, erano storie di vita. E non siamo una tribuna politica“. Un odg passato con alcune modifiche e che ha provocato la spaccatura dell’opposizione. In segno di protesta, infatti i consiglieri Giorgio Van Straten e Nino Rizzo Nervo hanno abbandonato la seduta senza partecipare al voto. Ad esprimersi a favore dell’odg anche il presidente della Rai, Paolo Garimberti. De Laurentiis si era anche appellato al direttore generale e al direttore di Raitre Paolo Ruffini affinchè venissero “individuate le modalità per consentire alle associazioni che lottano per la vita il diritto di replica nel programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano“. Per De Laurentiis “così come il ministro Maroni ha chiesto e ottenuto di replicare a Saviano nella scorsa puntata, chiedo che venga data voce alle associazioni pro-vita in merito al tema dell’eutanasia“. No dei conduttori Fazio, Saviano e gli autori di Vieni via con me ritengono “inaccettabile” la richiesta del Cda della Rai. Il no alla richiesta è motivato da “una ragione specifica” e da “una ragione di principio. La ragione specifica: concedere un cosiddetto diritto di replica – spiegano – alle associazioni pro vita, significherebbe avallare l’idea, inaccettabile, che la nostra trasmissione sia stata pro morte, mentre abbiamo raccontato due storie di vita, sottolineando la pari dignità, di fronte alla prosecuzione artificiale della vita, di chi sceglie di accettarla e di chi sceglie di rifiutarla. Per la precisione, è stata letta da Beppino Englaro questa pronuncia del 2007 della Corte di Cassazione: ‘Accanto a chi ritiene che sia nel proprio migliore interesse essere tenuto in vita artificialmente il più a lungo possibile, anche privo di coscienza, c’è chi, legando la propria dignità alla vita di esperienza e questa alla coscienza, ritiene che sia assolutamente contrario ai propri convincimenti sopravvivere indefinitamente in una condizione di vita priva di percezione del mondo esterno’. Sono parole della Corte di Cassazione della Repubblica italiana: rappresentano tutti, nessuno escluso“. La seconda ragione “La ragione di principio: un programma di racconti, come il nostro, non ha la pretesa – sottolineano ancora – né il dovere né la presunzione di rappresentare tutte le opinioni. Non siamo un talk-show, non siamo una tribuna politica. Se ogni associazione o movimento che non si sente rappresentato da quanto viene detto in trasmissione chiedesse di dire la sua, non basterebbero mille puntate di Vieni via con me. La Rai dispone di spazi adatti per dare voce alle posizioni del movimento pro-vita, che del resto già ne usufruisce ampiamente. L’idea che ogni opinione, ogni racconto, ogni punto di vista, ogni storia umana debba essere sottoposta a un obbligo di replica ci pare lesiva della libertà autorale, della libertà di scelta del pubblico, e soprattutto della libertà di espressione”.