Vietato “l’ardore” in amichevole Lo dice una sentenza della Cassazione
Nelle amichevoli, in quanto competizioni non competitive, sono vietati gli interventi troppo duri. A dirlo è una sentenza emessa dalla quarta sezione penale della Corte di Cassazione, seconda la quale il mancato autocontrollo in un match amichevole, o qualsiasi incontro di calcio tra dilettanti, può essere perseguibile penalmente. La sentenza in questione ha confermato la condanna per lesioni colpose gravi inflitta a Giovanni G., calciatore con un passato nella serie B di calcio a 5, per aver colpito l’avversario al ginocchio destro con “un’entrata in scivolata di estrema irruenza e violenza”, durante una partitella sulla sabbia con un gruppo di amici.
Secondo l’organo di giustizia, quando i giocatori disputano una partita amichevole è necessaria una “particolare cautela e prudenza per evitare il pregiudizio fisico per l’avversario e quindi un maggior controllo dell’ardore agonistico”. Giovanni G. nell’amichevole risalente all’agosto del ’99, aveva fatto un’entrata in scivolata senza regolare e coordinare il proprio sconnesso intervento e per questo era stato condannato dalla Corte d’Appello di Palermo, ancora nel maggio 2003, a pagare una multa da 200 euro per lesioni colpose gravi. Il giocatore quindi fatto ricorso in Cassazione, sostenendo che, in quanto “giocatore di sottocategoria non sarebbe stato in grado di compiere un intervento tanto agile e controllato”, ma la Corte ha respinto il suo ricorso ed ha creato un precedente. D’ora in avanti anche nelle più classiche partitelle tra scapoli e ammogliati bisognerà stare attenti a non lasciarsi prendere troppo dalla foga agonistica.