Violazione obblighi di tutela, Corte Ue condanna Italia
La Corte di Giustizia delle Comunità Europee ha pronunciato oggi due sentenze contro la Repubblica Italiana per la violazione di alcuni obblighi relativi alla protezione dell’ambiente. Nella prima sentenza che ha in oggetto i lavori di adattamento della zona sciistica di Santa Caterina Valfurva, la Corte ha rilevato che l’Italia è venuta meno agli obblighi ad essa imposti dalla direttiva del Consiglio 92/43/CEE (conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche), nonché dalla direttiva del Consiglio 79/409/CEE (conservazione degli uccelli selvatici).
Il particolare, secondo la Corte,la Repubblica Italiana ha:– autorizzato misure suscettibili di avere un impatto significativo sulla ZPS Parco Nazionale dello Stelvio, senza assoggettarle ad un’opportuna valutazione della loro incidenza alla luce degli obiettivi di conservazione della detta zona;– autorizzato siffatte misure senza rispettare le disposizioni che consentono la realizzazione di un progetto, in caso di conclusioni negative risultanti dalla valutazione dell’incidenza sull’ambiente e in mancanza di soluzioni alternative, solo per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, e solo dopo avere adottato e comunicato alla Commissione delle Comunità europee ogni misura compensativa necessaria per garantire che la coerenza globale di Natura 2000 sia tutelata, e– omesso di adottare misure per evitare il deterioramento degli habitat naturali e degli habitat delle specie nonché la perturbazione delle specie per le quali la ZPS Parco Nazionale dello Stelvio, è stata designata,
La seconda sentenza, invece, ha ad oggetto alcuni interventi nella zona del Gargano. Anche in questo caso la Corte ha ritenuto che l’Italia è venuta meno, nel periodo precedente al 28 dicembre 1998,alla direttiva del Consiglio 79/409/CEE (conservazione degli uccelli selvatici), e, nel periodo successivo a tale data, alla direttiva del Consiglio 92/43/CEE (conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche).
In particolare, la Repubblica italiana, non ha adottato i provvedimenti adeguati per evitare, nella zona di protezione speciale «Valloni e steppe pedegarganiche», il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie nonché la perturbazione delle specie.