Violenza in famiglia – Per i bambini è come stare in guerra
E’ come se si trovassero in un territorio di guerra. Sono i bambini costretti quotidianamente ad assistere alle violenze domestiche sulle donne. Il dato è contenuto nel rapporto “Detrás de la pared” (Dietro al muro), pubblicato in Spagna. Si tratta di un approccio multidisciplinare sui giovani esposti alla violenza domestica promosso dalla casa editrice di Bilbao Desclée Brouwer ed appena pubblicato in un libro. Il team di ricercatori, coordinato dalla psicologa Sofia Czalbowski, è composto da pediatri, psichiatri, psicologi.
In Spagna sono oltre 800.000 i bambini che ogni giorno convivono con i maltrattamenti sulle proprie madri. “I bambini e gli adolescenti testimoni di violenza
domestica vivono in un ambiente come in guerra: non sanno mai quando esploderà
il prossimo conflitto, incominciano ad essere felici solo quando escono di
casa”, sostiene Czalbowski.
In Italia i dati più recenti sui maltrattamenti domestici alle donne arrivano dal dossier presentato ai primi di ottobre dal Cnr. Gli atti
persecutori che hanno visto le donne come vittime sono stati 5141 nei primi sei mesi del 2015, i
maltrattamenti in famiglia “o verso fanciulli” 5677, le “percosse” 6986, le violenze sessuali 1760 (meno 18 per cento). Dati in lieve flessione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma cala anche l’attività di contrasto a questo tipo di fenomeno: gli
ammonimenti sono scesi da 742 a 709, gli allontanamenti da 149 a 144.
In Spagna, nei soli Paesi Baschi si stima che quest’anno 4.200 donne
abbiano denunciato abusi. «Le radiazioni sono invisibili: nessun odore, non
vengono percepite dagli organi di senso. Però danneggiano la salute e possono
diventare mortali. Così è con le bambine, i bambini e gli adolescenti esposti
a violenza domestica. A volte le conseguenze non sono visibili in un
primo momento, possono manifestarsi nel corso degli anni, ma nella maggior
parte dei casi vi è un effetto estremamente negativo», afferma Sofia
Czalbowski.
«I bambini che hanno sofferto gli effetti della
guerra – aggiunge la ricercatrice – hanno condiviso le loro esperienze, ma quelli che hanno vissuto tra gli
abusi della violenza di genere hanno subito mantenendo il silenzio. Quelli che
hanno subito la guerra l’hanno individuata, lasciata alle spalle e prima
e dopo ci sono stati momenti felici. Quelli esposti alla violenza
domestica no. Alcuni hanno cominciato a sentirsi meglio dopo essere stati
inseriti in una casa adottiva ma prima non ricordano momenti felici».
Non è possibile chiamarsi fuori da simili responsabilità. «Nessun muro è
sufficiente per mantenere i bambini sani e salvi: la violenza contro la madre – ammoniscono gli studiosi spagnoli – avviene all’interno della famiglia e crea un ambiente tossico, che influenza
direttamente lo sviluppo emotivo e sociale. La violenza contro la propria
compagna è una forma di violenza verso tutta la famiglia».