Vuoi aprile un Bed and Breakfast ma il condominio si oppone? Fai valere le tue ragioni!
La crisi economica spinge un numero sempre crescente di famiglie a ricercare nuove attività, specialmente per i più giovani. Cresce così in Italia la domanda di trasformare l’appartamento di casa in Bed & Breakfast. Ma quasi sempre ci si scontra con l’opposizione dell’assemblea condominiale.
Eppure proprio il condominio, spesso padrone e tiranno dei proprietari di alloggi, viene messo nell’angolo da alcuni recenti provvedimenti della magistratura relativi alle richieste di condomini che intendevano trasformare il proprio appartamento per realizzare un B&B. Parliamo in particolare della sentenza del Tribunale di Verona emanata il 22 aprile di quest’anno, preceduta dal provvedimento della Cassazione numero 24707 del 2014.
Tali sentenze stabiliscono, fra l’altro, che non è necessario nemmeno richiedere l’autorizzazione al condominio e che se quest’ultimo, oltre a scale, ascensori etc, mette a disposizione anche luoghi comuni, come impianti sportivi e ricreativi, potranno liberamente fruirne anche i clienti del nuovo B&B.
Ma c’è di più: anche nei casi in cui il regolamento condominiale preveda l’esplicito divieto di dare agli immobili destinazioni d’uso diverse da quella abitativa, l’attività di B&B deve essere consentita, perché implica una fruizione di carattere “para-familiare” dei locali, anche quando sono gestiti da un’impresa commerciale.
Secondo la Cassazione, aprire un Bed and Breakfast all’interno di un
edificio residenziale non può essere soggetto ad alcuna restrizione. «Ogni
proprietario di appartamenti è libero di affittare a ore o a giorni il proprio
immobile, una o più camere, a una o più persone. Tale attività – ricorda la
Suprema Corte – non costituisce un mutamento della destinazione d’uso e
l’immobile può rimanere accatastato come “civile abitazione”. Peraltro tale
business non va in conflitto né danneggia gli altri proprietari che vivono
nello stesso palazzo».