WhatsApp – Occhio alle nuove truffe sotto forma di sconto
Pensavamo di essere ormai abituati e vigili rispetto ad ogni tipo di truffa online, e invece eccone una su WhatsApp in cui sono già caduti numerosissimi utenti. L’ennesima bufala che viaggia sull’onda del più famoso e utilizzato strumento di chat è targata Zara, il celebre store di abbigliamento trend. Naturalmente il colosso commerciale non c’entra nulla, ma i pirati informatici ne utilizzano il marchio per promettere sconti fino al 50 per centro nella catena di questi negozi semplicemente rispondendo ad un sondaggio.
Generalmente uno ci prova, tanto – si dice – non costa nulla. E alla fine si ritrova, senza nemmeno saperlo, ad aver sottoscritto come minimo un abbonamento mensile da 5 euro ad un sito del quale non gli importa un bel nulla.
Garantito come sempre anche l’effetto “Catena di Sant’Antonio”, nel senso che a ciascuno viene obbligatoriamente richiesto – sempre col miraggio del famoso “buono” da 150 euro – di girare il link ad almeno tre dei suoi contatti. E così la truffa gira a cascata. «Da nostre rilevazioni – spiegano al Movimento noiconsumatori.it, risulta che decine e decine di persone si sono viste prosciugare interamente il credito telefonico con questo sistema». E qualcosa di analogo era già accaduto con altre griffe alla moda. Instagram con le ”gift card” nel 2014 e nel 2015 Facebook, con un’analoga formula di sconto di ben 500 euro, erano finiti nel mirino dei siti-truffa che inconsapevolmente vengono condivisi tra follower. E sono tante – si legge su Repubblica – anche le segnalazioni di un altro presunto ”affare” annunciato via WhatsApp con un messaggio da numero sconosciuto (non presente in rubrica), che avvisa di una ”svendita” di iPhone 6S su su Amazon, a prezzi stracciati per problemi di imballaggio non specificati. Peccato che l’approdo, cliccando sullo shortlink, sia un sito ”clone” dove vengono richiesti dati sensibili.
noiconsumatori.it consiglia di prestare la massima attenzione e di verificare bene prima di abboccare a simili, ormai diffusissime trappole, verificando se sul sito del rivenditore esistono effettivamente – cosa che non capita quasi mai – simili promozioni.