Wikileaks, una linea diretta tra Berlusconi e Putin
Vladimir Putin al centro del sistema di corruzione russo, basato su una gestione personalizzata delle risorse energetiche che ruota attorno a una società svizzera ed ha come interlocutore anche Silvio Berlusconi.
Questo emerge dai nuovi dispacci diplomatici Usa resi pubblici da Wikileaks che parlano di «gravi episodi di corruzione nel potere russo» riportando i commenti di diplomatici americani a Mosca su legami fra il «potere politico» e il «crimine organizzato» riferendosi in particolare al ruolo del sindaco di Mosca, Yuri Luzhkov, che in settembre ha dato le dimissioni. In uno dei dispacci Luzhkov viene accusato di gestire la municipalità ricorrendo a «criminali ordinari e ispettori corrotti». L’accusa a Putin è di essere al centro di questo sistema di potere fondato su «un oligarchia gestita dai servizi segreti» facendo leva sulle immense risorse nazionali, a cominciare da petrolio e gas. Ed è in tale contesto che si parla dei rapporti con Berlusconi. All’origine del dispaccio in questione c’è un incontro avvenuto a Mosca fra un diplomatico italiano ed uno americano. È l’italiano a parlare di «esasperazione» per gli «stretti rapporti» fra i due leader: «Berlusconi e Putin hanno una linea diretta, il ministero degli Esteri italiano e l’ambasciata italiana a Mosca apprendono solo a posteriori le conversazioni» e «solo dopo che sono avvenute» senza peraltro «entrare nei dettagli». L’impressione dell’americano è che Berlusconi tratti con Putin scavalcando lo Stato italiano e il suo interlocutore lo conferma: «La relazione che hanno non è l’ideale dal nostro punto di vista e può provocare più danni che benefici ma a volte è utile».
Il riferimento è all’intervento di Berlusconi nella trattativa per vendere a Gazprom il 20% delle azioni di Gazpromneft detenute dall’Eni: «Gazprom insisteva per pagare le quote un prezzo inferiore a quello del mercato ma alla fine fece marcia indietro per le pressioni di Berlusconi su Putin» spiega la fonte italiana. Washington sospetta che Putin conduca simili trattative non tanto per conto di Mosca quanto a favore di propri investimenti, come la società svizzera Gunvor, la cui specializzazione è nel trading petrolifero: «Una delle fonti della misteriosa ricchezza di Putin» sostiene un documento. Un altro aspetto dei rapporti Berlusconi-Putin emerge da un telegramma datato 26 gennaio 2009 e firmato dall’allora ambasciatore Usa a Roma Ronald Spogli nel quale si legge: «L’ambasciatore georgiano a Roma ci ha detto che il suo governo crede che Putin abbia promesso a Berlusconi una percentuale dei profitti di ogni gasdotto Gazprom costruito assieme all’Eni».
La figura chiave nelle relazioni fra i due leader è Valentino Valentini, «l’uomo ombra che viaggia in Russia diverse volte al mese e sovente appare vicino a Berlusconi quando incontra altri leader mondiali». È lui, deputato del Pdl e consigliere diplomatico del premier, «l’uomo che cura – secondo il cablo di Spogli – gli interessi di Berlusconi in Russia». Dai cablo emerge anche una scarsa considerazione nei confronti del ministro Frattini: «Ha risorse ed esperienza scarse – scrive Spogli -, è largamente considerato solo il portavoce della politica russa di Berlusconi». Dubbi americani anche sui giornalisti italiani: «C’è il sospetto che l’Eni abbia dei giornalisti sul proprio libro paga – si legge in altro cablo -. E i membri di ambedue gli schieramenti ci hanno detto che è uno dei maggiori contribuenti finanziari di diversi think-tank».